Era il 1988 quando nelle sale cinematografiche di tutto il mondo (o quasi) usciva uno degli horror più innovativi del periodo, che avrebbe portato a un cambiamento per nulla indifferente nel genere: Child's Play. La pellicola, da noi in Italia ribattezzata “La bambola assassina” anticipando così un colpo di scena parziale, vanta la regia di un Tom Holland (già conosciuto per aver diretto “Fright Night” nel 1985) al suo massimo splendore artistico, una sceneggiatura geniale per il periodo scritta da Don Mancini, John Lafia e dallo stesso regista e infine un cast azzeccato composto da Brad Dourif, Alex Vincent, Catherine Hicks e Chris Sarandon.
L'idea del film nacque da Don Mancini che, ispirato dal consumismo degli anni '80, dal marketing televisivo sfrenato, il suo rapporto travagliato col padre assente, le sue esperienze di alienazione in quanto omosessuale in quegli anni e da film come “Poltergeist – Demoniache presenze” e “Nightmare – Dal profondo della notte”, scrisse una prima bozza della sceneggiatura narrante di una bambola fatta di sangue che, dopo l'unione con il sangue di un ragazzino di nome Andy, prende vita. Il titolo cambiò da "Batteries Not Included" a "Blood Buddy" (scartato a causa di un film omonimo, localizzato in Italia come "Miracolo sull'8a strada") prima che i diritti della sceneggiatura vennero acquistati dalla MGM che incaricò John Lafia della riscrittura, per modificare dei particolari non trovati tanto geniali come l'idea della bambola, dando vita a "Child's Play". Vari registi come Friedkin e Kershner furono contattati per girare la pellicola ma alla fine fu scelto il giovane Tom Holland. Il film venne poi girato nei primi mesi del 1988 a Chicago con un budget di 9-13 milioni di dollari che, visti gli effetti della bambola tuttora straordinari, risultavano essere un budget molto ridotto.
La pellicola inizia con un inseguimento per le strade di Chicago che coinvolge il detective Mike Norris, alle prese con un serial killer locale di nome Charles Lee Ray, il quale, dopo essere stato colpito, trasferisce la propria anima dentro ad un bambolotto “Tipo Bello” (“Good Guys” in originale) per, in qualche modo, salvarsi. Questo bambolotto finisce nelle mani di un ragazzino di sei anni di nome Andy Barclay, ignaro dei terribili eventi che da lì a poco arriveranno nella sua vita per colpa della sua tanto amata bambola “Chucky”.
Il film, oltre ad essere, come già sottolineato, una critica al consumismo americano e a trattare tanti argomenti come la magia nera e devianze psichiatriche, lancia una saga cinematografica immortale composta da sette film, tra cui un remake e una serie tv grazie alla propria icona slasher, ovvero Chucky. Tuttavia, oltre a brillare grazie al suo protagonista, Child's Play rimane impresso nella cultura cinematografica degli anni '80 anche grazie alla qualità tecnica composta da una regia straordinaria e pienamente azzeccata, da una sceneggiatura che ineccepibile sotto ad ogni punto di vista, da delle prove attoriali uniche che hanno portato Catherine Hicks alla vittoria dei Saturn Award, da una colonna sonora iconica e rimasta ormai impressa nell'immaginario collettivo e da una fotografia semplicemente perfetta.
Il film non risulta essere invecchiato per nulla, anche se visto con gli occhi di oggi, cosa per nulla scontata dati i limiti tecnici del tempo che dovevano essere aggirati per permettere la continua presenza sulla scena di un bambolotto con necessità di muoversi, realizzato con vari animatronics radiocomandati, marionette e comparse di statura molto bassa.
La versione italiana, nonostante vanti un doppiaggio di alti livelli, presenta però un “difetto”: il titolo italiano! Nonostante ormai non risulti più essere un problema, rovina in parte uno dei plot twist principali del film. Avete letto bene. Il titolo “Child's Play” ribattezzato in Italia con il nome “Bambola assassina” (“La” aggiunto solamente nelle edizioni home video uscite a partire dal 2001, forse per omologarlo ai seguiti che già presentavano l'articolo nel titolo) va ad anticipare la natura del killer del film! Sì perché, se ormai è ben chiaro che l'antagonista-protagonista principale della saga sia Chucky, ai tempi doveva essere uno dei plot twist della pellicola: la sua natura, infatti, doveva essere rivelata solamente a metà film, tanto che, per fare in modo che essa non venisse rivelata prima, la locandina non comprendeva nemmeno il bambolotto più famoso del cinema. Nonostante questo, il film rimane comunque una pietra miliare del cinema horror internazionale che tutt'oggi riesce ad appassionare milioni di spettatori amanti del brivido.
ARTICOLO DI
REVISIONE DI GIULIA ULIVUCCI E ROBB P. LESTINCI
Nessun commento:
Posta un commento