Lo scorso anno, nelle sale, abbiamo assistito al nuovo capitolo del franchise di Godzilla della Legendary, Godzilla vs Kong, con l’introduzione di Mechagodzilla nella continuità narrativa. Il robot gigante, in realtà, è apparso per la prima nel 1974, e non aveva niente a che fare con Ghidorah. O con la tecnologia umana.
Godzilla contro i robot (o Godzilla vs Mechagodzilla), l’ultimo film della serie diretto da Jun Fukuda è, senza ombra di dubbio, il miglior film di Godzilla degli anni 70, uno dei più influenti e rispettati, dal momento che è stato l’introduzione dell’iconico Mechagodzilla, probabilmente il nemico più famoso di Godzilla dopo King Ghidorah. Il film introduce anche un altro kaiju ben noto e amato, King Caesar (Re Sisar nel doppiaggio italiano), mentre è stato l’ultimo film per circa 30 anni per uno dei personaggi ricorrenti del franchise, Anguirus (Angilas in Italia). I film hanno avuto un budget più grande della maggior parte delle pellicole precedenti dal momento che è stato una specie di celebrazione del ventesimo anniversario del Re dei Mostri e gli sforzi sono stati per questo evidenti.
Una profezia a Okinawa racconta di un mostro feroce che proverà a distruggere il pianeta Terra, ma sarà fermato da due eroici mostri. Tutto sembra essere vero quando Godzilla attacca il Giappone e anche il suo amico e alleato Anguirus, facendo iniziare quella che sembrerebbe un’inesorabile marcia per distruggere tutto ciò che incontra sul suo cammino. Chi potrebbe fermarlo questa volta? I due eroi si faranno vivi? Godzilla è veramente malvagio?
Inaspettatamente, la trama di questo film è abbastanza complessa e ben elaborata, con numerosi piccoli dettagli ed elementi che ritornano in seguito, dando un senso di compiutezza. Se un film di Godzilla è in grado di somigliare anche lontanamente a Kaufman, significa che è proprio un gran bel film di Godzilla. La profezia è interessante, il mistero c’è, la tensione anche. Ogni personaggio principale è, più o meno, piacevole e alcuni di loro sono anche approfonditi abbastanza bene. Probabilmente, il personaggio più interessante fra quelli portati sulla scena è quello interpretato da Shin Kishida, il misterioso e schivo Nanbara.
La parte umana è intrigante e ben scritta, con una premessa solida e con una posta in gioco alta. Ma la parte dei mostri è veramente degna? Certo! Ogni costume è sicuramente migliore di quelli finora visti, con quello metallico di Mechagodzilla come punta di diamante: è decisamente un design ben strutturato, non troppo irrealistico, e i suoi movimenti, abbastanza fluidi, sono basati su quelli cerimoniali del teatro Kabuki, donando al mostro una dimensione aggiuntiva di spessore.
Illustrazione originale di Mars |
I combattimenti sono brutali, a volte anche difficili da guardare: la mascella di Anguirus viene rotta alla King Kong ed è abbastanza sanguinoso e disturbante, ma il punto più alto in quanto a gore si ha quando Godzilla viene colpito dalle dita-missile di Mechagodzilla nonostante stesse già perdendo sangue dal collo. Il tutto risulta abbastanza disturbante nel complesso.
I costumi e il trucco degli alieni, verosimilmente ispirati a quelli de “Il pianeta delle scimmie”, non sono il massimo, ma neanche il peggio che si poteva avere negli anni '70 quindi, ripensandoci, è giustificabile seppur certe volte sembri ridicolo.
La colonna sonora è a livello mentre la fotografia è molto colorata e si adatta alle scene. Anche alcune transizioni sono degne di nota: sia quelle più semplici che quelle complesse.
L’unica cosa che non riesco a togliermi dalla testa è perché, nella profezia all’inizio, si può vedere (e sentire) King Ghidorah anche se non è assolutamente parte del film. È stato un modo per proiettare in avanti gli spettatori o un semplice e banale errore dovuto alla loro volontà di usare solo scene d’archivio invece di girarne di nuove? Forse non lo sapremo mai.
ARTICOLO DI
TRADUZIONE DI GIULIA ULIVUCCI
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