Il mistero attorno a Little Nightmares è uno dei motori che continuano ad alimentare il fascino della creazione di Tarsier Studios. Anche Little Nightmares II si concederà quindi di mettere il giocatore sotto pressione nel tentativo di trovare cosa si celi dietro la costruzione di questi incubi per “bambini”. Vivere un videogioco così, tra mille teorie, è un rapporto davvero raro nell’epoca del tutto e subito, dove ogni cosa deve essere chiarita e sbattuta in faccia al giocatore, tenendolo per mano in un senso lontano dall’essere solo metaforico. Little Nightmares II è l’esatto opposto di quella filosofia: niente dialoghi, niente testi, solo simboli e scenari da decifrare.
L’inizio di Little Nightmares II potrà apparire decisamente confuso e scollegato dalla fine del primo capitolo, e per questo si consiglia di dare una lettura ai fumetti per avere qualche indizio in più sul mondo di gioco e sui personaggi. Il gioco partirà dal livello della Foresta (protagonista della demo e di una delle nostre anteprime), ambientazione che serve più per introdurci alle meccaniche base e a ricollegare Six con Mono, il protagonista effettivo di questo capitolo.
Come già accennato, vestiremo quindi i panni di Mono, un ragazzino imprigionato in una dimensione corrotta dall'incessante segnale trasmesso da un'immensa torre. Un assuefacente richiamo che, tramite gli schermi TV, ipnotizza le persone e diffonde nell'aria un malessere impossibile da comprendere, eppure concretamente incarnato da uno slanciato e misterioso uomo in nero. Presto si incontrerà Six, la protagonista del primo episodio. Le interazioni con la bimba dall'impermeabile giallo saranno uno degli elementi cardine di Little Nightmares II, un gioco che - nonostante la presenza di un secondo personaggio - è e rimane un'esperienza tassativamente single player: sarà infatti l'intelligenza artificiale ad occuparsi (in modo decisamente lodevole) di Six, con comportamenti credibili e una mano indispensabile tanto nell'esplorazione quanto nella risoluzione dei piccoli enigmi che anche a questo giro contraddistinguono l'esperienza.
Il titolo è inoltre diventato assai più esigente e più rigoroso rispetto al primo episodio.Un'impostazione che mal si sposa sia con il genere - tradizionalmente più incentrato sull'esperienza che non sulle performance - che soprattutto con la componente prettamente ludica del titolo, non certo trascendentale per reattività dei controlli e precisione, richiedendo un'esattezza e una puntigliosità semplicemente eccessive nei tempi di reazione, nei salti e nelle inedite fasi di combattimento.
A parte ciò, l’importante è che Little Nightmares II non sia mai scaduto nella monotematicità, non lesinando sul modo in cui invoglia il giocatore a interagire nei livelli, ed è una caratteristica davvero essenziale per dare valore a un’avventura di così poca durata. E -nonostante la verità sia ancora lontana- il viaggio nella Città del Segnale è stato uno di quelli difficili da dimenticare, pieno di scorci mozzafiato e scene dall'alta tensione. Per quanto possa apparire breve, se si gusta appieno ogni momento in compagnia di Mono e Six è difficile poter dire di essere rimasti inappaganti da quanto vissuto, proprio per come Tarsier Studio riesce ogni volta a dare estremo valore all'esplorazione di ogni angolo del suo lugubre mondo.
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interagire nei livelli?
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