Dopo aver nuovamente sfogliato il vasto catalogo di HODTV, piattaforma di streaming italiana di film e cortometraggi horror e thriller indipendenti, abbiamo scelto di proporvi due cortometraggi con soggetto gli ormai fin troppo comuni zombie: Make It Until Morning e il suo sequel Make It Until Midnight di Grant Berrios.
La trama di Make It Until
Morning segue Casey, una ragazza che, a causa di un’epidemia zombie, perde
la madre ed il fratello ed è costretta a rifugiarsi nella fattoria della nonna,
luogo in cui, insieme ad altri sopravvissuti, dovrà sopravvivere fino alla
mattina successiva in attesa dei soccorsi promessi.
La natura amatoriale del corto
appare evidente fin da subito: l’inquadratura della fotocamera non è quasi mai
ferma, causando un leggero mal di testa durante la visione e rendendo
incomprensibile ciò che avviene sullo schermo durante le sequenze più
movimentate.
La recitazione degli attori
risulta piuttosto mediocre, con espressioni di marco che non lasciano
trasparire alcuna emozione e un line delivery la cui qualità varia al più dal
pessimo al quasi accettabile. A ciò si aggiungono linee di dialogo e azioni dei
personaggi prive di qualsivoglia logica persino per una pellicola amatoriale,
che contribuiscono a rendere poco credibile la pellicola nel suo complesso.
Gli effetti pratici adoperati
sono di buona qualità, anche se la possibilità di osservarli è notevolmente
ridotta dalla scelta di determinate inquadrature, volte probabilmente a
risparmiare sul budget. Non è possibile dire lo stesso degli effetti digitali,
sfruttati esclusivamente per gli schizzi di sangue, i quali sono privi di
qualsiasi forma di realismo e appaiono “incollati” allo schermo; fortunatamente
il corto compensa questa mancanza con l’utilizzo piuttosto sporadico di tali effetti.
La colonna sonora, come è
possibile aspettarsi, risulta piuttosto generica e l’utilizzo fattone
all’interno della pellicola è pessimo: le musiche risultano spesso superflue o
inadatte, sembrando in più di un’occasione un semplice riempitivo per le scene.
È evidente che gli svariati difetti
di Make It Until Morning erano noti anche al
regista, dato che il sequel, Make It Until Midnght, rilasciato due anni
dopo la pubblicazione del primo capitolo, cerca di correggere tali problemi, producendo
un’esperienza di visione complessivamente più piacevole.
La storia riprende dalla
conclusione di Make It Until Morning, introducendo nuovi personaggi, tra
cui un anonimo coprotagonista in possesso di una cura per l’infezione. Il corto
cerca inoltre di dipingere un’ambientazione narrativamente più ampia, fornendo
informazioni, seppur sporadiche, sullo stato del resto del mondo e lasciando
indizi piuttosto vaghi sulle cause dell’infezione.
Le inquadrature appaiono più elaborate,
liberando parzialmente questo sequel del look visibilmente amatoriale del suo
predecessore con un utilizzo più studiato dell’illuminazione e del contrasto. A
completamento di ciò, abbiamo inoltre una color palette più ampia che
contribuisce a rendere la pellicola più gradevole all’occhio.
La recitazione dei personaggi appare
inoltre leggermente migliorata, sebbene permanga il problema della presenza di
dialoghi e azioni prive di senso logico, volti semplicemente a far evolvere la trama
nella direzione desiderata.
È possibile notare un altro passo
avanti nell’ambito degli effetti pratici, già più che accettabili nel primo
corto, ma che ora appaiono abbondantemente passabili. Leggere migliorie sono
state apportate anche agli effetti digitali, ancora una volta utilizzati esclusivamente
per gli schizzi di sangue, il cui utilizzo è però ancora più sporadico, dato
che si è ancora ben lontani dal realismo.
Oltre a
ciò si nota una maggiore varietà di set, probabilmente dovuta ad un budget
maggiore, il quale ha senza dubbio contribuito alle migliorie precedentemente
evidenziate
La colonna sonora, sebbene sia
ancora una volta piuttosto generica e facilmente dimenticabile, beneficia di un
utilizzo più consono e studiato delle varie tracce, che stavolta, piuttosto che
semplice riempitivo, arricchiscono le scene in cui sono presenti.
In conclusione, sebbene nel
complesso Make It Until Morning e Make It Until Midnight possano
risultare qualitativamente sotto la mediocrità, il notevole salto qualitativo tra
i due è testimonianza di uno sforzo del regista per migliorare la sua opera, che
può risultare di ispirazione per molti aspiranti registi o, nel peggiore dei
casi, può almeno far scappare qualche risata.
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