giovedì 25 marzo 2021

Un miglioramento inaspettato (Recensione "Make It Until Morning" e "Make It Until Midnight")

Dopo aver nuovamente sfogliato il vasto catalogo di HODTV, piattaforma di streaming italiana di film e cortometraggi horror e thriller indipendenti, abbiamo scelto di proporvi due cortometraggi con soggetto gli ormai fin troppo comuni zombie: Make It Until Morning e il suo sequel Make It Until Midnight di Grant Berrios.

La trama di Make It Until Morning segue Casey, una ragazza che, a causa di un’epidemia zombie, perde la madre ed il fratello ed è costretta a rifugiarsi nella fattoria della nonna, luogo in cui, insieme ad altri sopravvissuti, dovrà sopravvivere fino alla mattina successiva in attesa dei soccorsi promessi.

La natura amatoriale del corto appare evidente fin da subito: l’inquadratura della fotocamera non è quasi mai ferma, causando un leggero mal di testa durante la visione e rendendo incomprensibile ciò che avviene sullo schermo durante le sequenze più movimentate. 

La recitazione degli attori risulta piuttosto mediocre, con espressioni di marco che non lasciano trasparire alcuna emozione e un line delivery la cui qualità varia al più dal pessimo al quasi accettabile. A ciò si aggiungono linee di dialogo e azioni dei personaggi prive di qualsivoglia logica persino per una pellicola amatoriale, che contribuiscono a rendere poco credibile la pellicola nel suo complesso.

Gli effetti pratici adoperati sono di buona qualità, anche se la possibilità di osservarli è notevolmente ridotta dalla scelta di determinate inquadrature, volte probabilmente a risparmiare sul budget. Non è possibile dire lo stesso degli effetti digitali, sfruttati esclusivamente per gli schizzi di sangue, i quali sono privi di qualsiasi forma di realismo e appaiono “incollati” allo schermo; fortunatamente il corto compensa questa mancanza con l’utilizzo piuttosto sporadico di tali effetti.

La colonna sonora, come è possibile aspettarsi, risulta piuttosto generica e l’utilizzo fattone all’interno della pellicola è pessimo: le musiche risultano spesso superflue o inadatte, sembrando in più di un’occasione un semplice riempitivo per le scene.

È evidente che gli svariati difetti di Make It Until Morning erano noti anche al regista, dato che il sequel, Make It Until Midnght, rilasciato due anni dopo la pubblicazione del primo capitolo, cerca di correggere tali problemi, producendo un’esperienza di visione complessivamente più piacevole.

La storia riprende dalla conclusione di Make It Until Morning, introducendo nuovi personaggi, tra cui un anonimo coprotagonista in possesso di una cura per l’infezione. Il corto cerca inoltre di dipingere un’ambientazione narrativamente più ampia, fornendo informazioni, seppur sporadiche, sullo stato del resto del mondo e lasciando indizi piuttosto vaghi sulle cause dell’infezione.

Le inquadrature appaiono più elaborate, liberando parzialmente questo sequel del look visibilmente amatoriale del suo predecessore con un utilizzo più studiato dell’illuminazione e del contrasto. A completamento di ciò, abbiamo inoltre una color palette più ampia che contribuisce a rendere la pellicola più gradevole all’occhio.
La recitazione dei personaggi appare inoltre leggermente migliorata, sebbene permanga il problema della presenza di dialoghi e azioni prive di senso logico, volti semplicemente a far evolvere la trama nella direzione desiderata.

È possibile notare un altro passo avanti nell’ambito degli effetti pratici, già più che accettabili nel primo corto, ma che ora appaiono abbondantemente passabili. Leggere migliorie sono state apportate anche agli effetti digitali, ancora una volta utilizzati esclusivamente per gli schizzi di sangue, il cui utilizzo è però ancora più sporadico, dato che si è ancora ben lontani dal realismo.

Oltre a ciò si nota una maggiore varietà di set, probabilmente dovuta ad un budget maggiore, il quale ha senza dubbio contribuito alle migliorie precedentemente evidenziate

La colonna sonora, sebbene sia ancora una volta piuttosto generica e facilmente dimenticabile, beneficia di un utilizzo più consono e studiato delle varie tracce, che stavolta, piuttosto che semplice riempitivo, arricchiscono le scene in cui sono presenti.

In conclusione, sebbene nel complesso Make It Until Morning e Make It Until Midnight possano risultare qualitativamente sotto la mediocrità, il notevole salto qualitativo tra i due è testimonianza di uno sforzo del regista per migliorare la sua opera, che può risultare di ispirazione per molti aspiranti registi o, nel peggiore dei casi, può almeno far scappare qualche risata.

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