Episodio 2
Eccoci giunti al secondo appuntamento di Natural HorrorMoth. Dopo aver parlato del modesto Killer Crocodile di De Angelis,
è il momento di affrontare un’altra pellicola che, al contrario del film
precedentemente analizzato, si è rivelata essere un tassello di fondamentale
importanza per lo sviluppo del genere natural horror.
Stiamo parlando di Piranha diretto dal grandissimo Joe
Dante, qui alla sua prima opera di finizione.
Nell’isolata Aquarena, l’investigatrice Maggie (Heather
Mezies-Ulrich) ed il brubero Paul (Bradford Dillman) si
mettono sulle tracce di due giovani scomparsi. Dopo aver svuotato la piscina di
un impianto militare, scoprono i due cadaveri sul fondo, e si rendono ben
presto conto di provocato la liberazione della causa della morte dei ragazzi: dei
piranha geneticamente modificati per scopi militari, che adesso si ritrovano a
nuotare per le acque del fiume della cittadina…
Uscito nel 1978, tre anni dopo Jaws, e prodotto dal
sempre presente Roger Corman, il film di Dante rappresenta il classico
esempio di derivazione del capolavoro di Spielberg, riprendendone, a differenza
del precedente Grizzly, anche l’ambientazione acquatica, passando dalle
sconfinate acque oceaniche alle ben più delimitate acque di fiume.
Questo, comunque, non significa che il film sia una semplice copia de Lo Squalo.
Difatti, oltre all’ambientazione similare e al medesimo genere di appartenenza,
le similitudini fra le due pellicole si esauriscono quasi totalmente. Il Piranha
di Dante si distacca da quell’animo da kolossal che tanto
caratterizzava il film di Spielberg, preferendo un approccio più leggero tipico
del cinema di genere di quegli anni, senza però ricadere nel trash più
spudorato. Questo aspetto è ulteriormente incentivato dalla svolta “fantascientifica”
che il film assume nella sua prima metà, con la rivelazione degli esperimenti
genetici sui piranha, con tanto di creatura in stop-motion che si aggira per il
laboratorio, a voler sottolineare ancora di più la natura meno realistica e,
contestualmente, scanzonata dell’opera, differenziandola da Jaws.
Inoltre, nel film si decide di intraprendere, in maniera
sicuramente secondaria e subordinata agli eventi, la strada della critica
sociale, in particolar modo al settore militare.
Lo scienziato (Kevin McCarthy) che i due protagonisti trovano nella zona
della piscina verso la metà del film spiega loro come i piranha fossero stati
modificati geneticamente per sopravvivere in ogni tipo di acqua in modo da
poter essere utilizzati per invadere le zone acquatiche del Vietnam per infimi
scopi bellici. Una scelta sicuramente interessante che altri film cercheranno
di riprendere in futuro, come ad esempio Barracuda di Harry
Kerwin uscito l’anno dopo e che in fin dei conti, risulta essere una pellicola
estremamente simile al Piranha “dantesco”, senza però raggiungerne la
qualità.
Dal punto di vista tecnico Dante presenta ancora una certa
acerbezza risultando però convincente nel complesso, in particolare nelle scene
più concitate, grazie anche ad un montaggio degno di nota. Ed è proprio il
montaggio una delle caratteristiche migliori del film, considerando anche l’alto
tasso di difficoltà che la messa in scena di un film del genere comporta. A
differenza di Jaws, qui le creature sono molte e non possedendo
ovviamente migliaia e migliaia di “piranha fittizi”, il montaggio si rivela
fondamentale nel creare l’illusione” che i mostri siano estremamente numerosi,
una caratteristica che se messa a punto a dovere (cosa che il film
indubbiamente fa), contribuisce non poco alla formazione della tensione alla costruzione
di una certa credibilità della messa in scena.
Possiamo tranquillamente dire che all’interno del panorama natural
horror, Piranha si rivela essere una delle pellicole più convincenti
e, in un certo senso, dotate di un aura più personale che banale, rivelandosi
una pellicola che contribuirà a rilanciare ulteriormente questo sotto-genere,
grazie anche alle parole di Spielberg stesso, che lo definì il miglior rip-off
de Lo Squalo, cosa che portò la Universal ad evitare una qualunque
forma di causa nei confronti di United Artists, in vista dell’uscita lo stesso
anno di Jaws 2.
Il successo della pellicola porterà la UA a produrne un
sequel nel quale i terribili pesci assassini arriveranno a sviluppare persino
la capacità di volare, in un film diretto nientemeno che da un giovane James
Cameron, qui alla sua prima opera vera e propria uscita da noi col titolo di Piranha
Paura.
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