Alice nel Paese delle Meraviglie, scritto da Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Lutwidge Dodgson), è sicuramente uno dei libri più importanti e famosi di sempre; la novella vede la titolare protagonista che, dopo aver seguito un coniglio bianco giù per la sua tana, si ritrova in un mondo fantastico popolato da personaggi peculiari e bizzarri, ritrovandosi in situazioni al limite dell’assurdo. Sei anni dopo (nel 1871) uscì il seguito, Attraverso lo Specchio, che vede la giovane ragazza entrare all’interno di uno specchio ritrovandosi in un mondo dove tutto è al contrario.
Le avventure della piccola Alice Liddell hanno ispirato svariati artisti e produzioni di tutti i tipi: da libri di ogni genere possibile a film e serie TV, da canzoni a videogiochi, come nel caso della serie videoludica Alice, creata da American McGee, un sviluppatore di videogiochi che, prima di concentrarsi su questi due giochi (entrambi platformers d’azione in terza persona), lavorò nella produzione di molti titoli importanti come Doom e Quake.
La storia si svolge dentro la testa della nostra protagonista che distorce la realtà con la sua immaginazione, riflettendo la sua situazione mentale nel Paese della Meraviglie. Questo mondo immaginario è corrotto e mortale, infatti Alice assiste alla morte di svariati personaggi nel corso della sua avventura, vedendo anche il cambiamento sia dei luoghi che dei personaggi: alcuni sono diventati malinconici e tristi, altri nemici della nostra protagonista.
È un titolo che consiglio se la premessa vi ha interessato, o se siete fan del suo seguito, Alice: Madness Returns.
Il videogioco è ambientato un anno dopo la fine del primo capitolo: Alice lavora in un orfanotrofio mentre si fa curare da uno psicologo, ancora affetta dal trauma della morte della sua famiglia e dall’incendio. Un giorno però, si ritroverà nuovamente nel Paese delle Meraviglie, più precisamente nella Valle delle Lacrime, scoprendo che c’è una nuova minaccia, il Treno Infernale, che sta distruggendo pezzo dopo pezzo il Paese delle Meraviglie. Nel frattempo, inizia a ricordare dettagli dell’incendio e svela il mistero dietro la morte della sua famiglia. È diviso in sei capitoli e in ognuno di essi vediamo sia parti della Londra vittoriana del 1875 che parti del Paese delle Meraviglie, che anche questa volta riflette situazioni reali distorte dalla mente della protagonista; questa volta però, i ricordi che Alice sbloccherà e le analogie tra la realtà e la sua immaginazione l'aiuteranno sia a risolvere il mistero dietro la morte della sua famiglia, che a rendersi di conto di quello che succede intorno a lei.
Il gioco si concentra molto sulla psiche della protagonista e su una storyline ben costruita. I movimenti del personaggio sono fluidi e migliori rispetto al prequel, stessa cosa per quanto riguarda i combattimenti, nonostante non ci siano moltissime armi. La grafica e la direzione artistica sono semplicemente mozzafiato e reggono il passo con giochi più moderni. La colonna sonora è, nuovamente, magnifica, così come le sezioni del Paese delle Meraviglie che visiteremo, assieme ad alcune parti della Londra vittoriana. I difetti però ci sono e si fanno sentire: il gioco ha un solo boss, quello finale, e i nemici sono abbastanza generici. I momenti in cui siamo nella Londra Vittoriana sono pochi e sarebbe stato gradito poterla osservare un po’ di più. Il gameplay in sé è ripetitivo e può stancare, i livelli tra loro non presentano grandi caratteristiche che li differenziano e li rendono freschi, ad eccetto dell'ambientazione e dei vestiti che Alice cambierà ad ogni capitolo. I puzzle presenti diventano noiosi dopo un po', mentre i livelli in 2D non sono proprio il massimo. Rimane pur sempre un solido gioco che consiglio caldamente, che dispone anche di un ottimo doppiaggio in italiano.
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