mercoledì 2 dicembre 2020

Natural Horror Moth: Quando la natura genera mostri

L’importanza del segno che Jaws di Steven Spielberg ha lasciato nel cinema horror/thriller americano della seconda metà degli anni ’70 è ormai nota. Sono numerose le pellicole che in un modo o nell’altro hanno cercato di sfruttare l’onda del successo del capolavoro del ’75, una serie di film esplicitamente debitori a quest’ultimo, riprendendone il soggetto principale:un gruppo di persone che si ritrova ad essere perseguitata da feroci creature animalesche. 

dei numerosi emuli del film di Spielberg ovviamente la maggior parte sceglie di prendere come ambientazione principale il mare e le sue rispettive creature, anche per la sua natura profondamente misteriosa e per la sua apparente e inquietante sconfinatezza. Ed ecco così che, a cavallo fra gli anni ’70 e gli anni ’80, nei cinema di tutto il mondo iniziano a farsi strada i primi film che verranno successivamente ribattezzati Natural Horror  Movies.
Tuttavia è giusto precisare come Lo Squalo, in fin dei conti, abbia ripreso uno stile già esistente nel cinema classico di Hollywood (e non solo), specialmente nei flicks fantascientifici degli anni ’50, come Them!, Tarantula! e Attack of the Crab Monsters, per poi passare per l’immancabile The Birds di Hitchcock, col quale si è assistito ad una eccezionale “elevazione” di un genere in precedenza relegato al puro cinema di serie B. 

E con Jaws, in effetti, ci troviamo più dalle parti dell’opera hitchcockiana piuttosto che da quelle dei film precedentemente citati, pellicole le quali caratteristiche definibili come “artigiane” verranno in un certo senso riprese dai lavori successivi all’opera di Spielberg.
Proprio l’anno successivo a questa, esattamente nel 1976 esce Grizzly di William Girdler, pellicola che riprende in pieno lo spirito seek and destroy de Lo Squalo senza tuttavia svilupparne i caratteri principali, ricadendo nel grande limbo dei B-movies (destino che d’altronde toccherà alla stragrande maggioranza dei film di questo filone). Il successo sarà comunque clamoroso, portando il film di Girdler a diventare la pellicola indipendente più redditizia del 1976 che porterà David Sheldon, lo sceneggiatore, a realizzarne un sequel previsto per il 1983 che, terminate le reprise, cadrà in developement hell, salvo essere completato proprio negli ultimi tempi, con la release prevista per il 8 Gennaio 2021, trentotto anni dopo la sua realizzazione.
Nello stesso anno ed in quello successivo il genere ritorna al suo habitat principe, quello acquatico, con l’uscita rispettivamente di Mako: Jaws of Death di William Grefe, Tintorera! di René Cardona Jr. e Tentacles di Ovidio Assonitis. Fra i tre sarà sicuramente quest’ultimo ad assicurarsi il maggior responso da parte del pubblico, anche grazie alla presenza nel cast di figure di spicco come John Huston e Henry Fonda, portando il film a guadagnarsi col tempo la qualifica di cult, sebbene anche qui ci troviamo sempre dalle parti di un cinema di qualità alquanto modesta.
Un leggero salto di qualità avverrà nel 1978 con il celebre Piranha di Joe Dante, un film che, sebbene mantenga stretto il suo rapporto con l’opera spielberghiana, da un lato ne cambia i canoni, preferendo un approccio più fantascientifico e ambientalista, riprendendo per tematiche i monster movies di Ishiro Honda, di godzilliana memori. Particolarmente in ritardo, più precisamente gli anni ’80, probabilmente a causa della grande “saturazione di generi” che il giallo/thriller, il poliziottesco e degli ultimi strascichi del western all’italiana avevano causato negli anni ’70, il Natural Horror sbarca in Italia, con L’ultimo Squalo di Enzo G. Castellari, del 1981, il più spudorato clone di Jaws, riprendendone personaggi , sequenze, e persino alcuni tratti della celebre colonna sonora, caratteristiche che porteranno la Universal a vincere una causa per plagio, portando persino al ritiro temporaneo del film dalle sale. 
Tre anni dopo sarà il figlio d’arte Lamberto Bava a realizzare un’opera sovrannaturale che tuttavia rientra di diritto nel genere, con il mostruoso squalo tentacolato di Shark – Rosso nell’oceano già affrontato da Luigi Santomauro qui su Horror Moth.

Un genere quello del Natural Horror snobbato e quasi mai affrontato nel vastissimo panorama del cinema di genere, che senza dubbio merita di essere analizzato e spulciato in ogni sua caratteristica. 

Proprio per questo motivo nelle prossime settimane ci addentreremo nei lati più oscuri e inquietanti che la “natura cinematografica” è in grado di offrire.
Si va a caccia…

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