Layers of Fear 2 è un
videogioco horror psicologico sviluppato da
Bloober Team (una compagnia
di videogiochi polacca che ha lavorato non solo sul prequel,
Layers of Fear,
ma anche su
Observer) e pubblicato il 19 maggio 2019 su piattaforme
Windows da
Gun.
Il giocatore impersonerà, almeno apparentemente,
James, un attore di discreto successo che dopo un’inquietante visione
della
Regina dei Topi (raffigurata in un dipinto nel primo capitolo) si
risveglierà nella sua cabina a bordo di una nave diretta verso una destinazione
sconosciuta. Entrando in una delle stanze si avrà la possibilità di riprodurre
una pellicola, al termine della quale ci si accorgerà che l’ambiente
circostante è mutato, riflettendo le esperienze passate di
James, che da
bambino è già stato su una simile nave. Una voce fuori campo, il
Regista,
guiderà il giocatore, che proseguendo nella storia scoprirà il tragico passato
familiare del protagonista e arriverà a dubitare della realtà che circonda
James,
nonché della stessa identità di quest’ultimo.
La premessa di un attore che arriva
a dubitare della propria identità chiedendosi se tutto ciò che avviene intorno a
lui non sia un altro dei suoi ruoli interpretati risulta molto più interessante
di quella del primo capitolo, ma l’esecuzione si rivela piuttosto scadente: risulta
assenta assente la narrativa criptica di
Layers of Fear, e gli eventi di
cui il giocatore sarà testimone avranno tutti un significato metaforico molto
chiaro che lascia poco spazio ad ambiguità e interpretazioni personali. Il
gioco risulta molto lineare e l’esito finale, a cui nel primo capitolo
contribuivano sia gli eventi osservati, gli oggetti trovati e i percorsi
seguiti, sarà qui deciso da cinque scelte corrispondenti a ciascun capitolo del
gioco, che fondamentalmente possono essere tutte ridotte alla scelta tra seguire
le istruzioni del
Regista o meno. Il giocatore vedrà quindi la sua
libertà limitata per gran parte (se non per tutto) il gioco, fatto che, in un
medium che fa dell’interattività il suo punto forte, risulta essere un grande
limitazione.
La presenza costante della voce
fuori campo del
Regista, nonché di un altro personaggio umano (sebbene per
poco tempo) più avanti nella storia, pone un ulteriore problema: l’assenza del
senso di solitudine che caratterizzava il primo
Layers of Fear e che
rifletteva perfettamente l’introspezione del protagonista nel cercare di dare
un senso a ciò che accadeva intorno a lui.
Dato il contesto del gioco non
possono mancare citazioni ai grandi classici del cinema horror, quali Shining e
Psycho, che sebbene non vengano esplicitamente menzionati nel gioco né in alcun
modo citati nei titoli di coda, sono stati senza dubbio grandi fonti di
ispirazione per gli sviluppatori.Il gameplay non risulta affatto
cambiato rispetto al precedente capitolo: il giocatore potrà muoversi
attraverso le stanze della nave, osservare oggetti e documenti che faranno
riemergere ricordi passati di James, risolvere gli eventuali puzzle che
il gioco presenta e fuggire dalle creature che lo inseguiranno. Non risultano
quindi presenti innovazioni in questo aspetto, ma considerando lo stile
caratteristico di Layers of Fear, cambiare la formula sarebbe potuto
risultare difficile e problematico.
Uno dei punti di forza del gioco è
la grafica, che sebbene non sia eccezionale risulta senza dubbio di ottima
qualità, grazie all’utilizzo di modelli di alta qualità e texture ad alta definizione,
pur mantenendo un peso contenuto del pacchetto di installazione. Nonostante la
precedentemente citata presenza di altri personaggi umani spezza l’immersione
del giocatore, poiché il loro aspetto è visibilmente meno realistico di tutto il
resto di ciò che è presente nel gioco.
Il design delle aree di gioco è
un altro motivo di lode le stanze della nave risultano realistiche quando lo
devono essere, ma all’occorrenza possono essere mutate dalla psiche del
protagonista che fa riemergere gli eventi traumatici del suo passato, in una
transizione quasi impercettibile da una normale cabina di una nave a
rappresentazione metaforica e terrificante di ricordi da dimenticare.
Altrettanto non si può dire del
design delle creature, che risulta privo di qualsivoglia fantasia e inventiva,
soffrendo inoltre del precedentemente menzionato poco realismo, che risulta
ulteriormente accentuato dal loro aspetto anatomicamente impossibile.
La colonna sonora risulta
piuttosto generica e, sebbene la sua presenza maggiore nel gioco rispetto al
primo capitolo possa essere vista come un punto a favore del gioco, questa va
anche a ledere il senso di solitudine e suspence conferita al primo gioco dal
magistrale uso del silenzio. Il gioco gode inoltre di una longevità molto
maggiore del suo predecessore, che però è raggiunta anche grazie a porzioni di
gameplay ripetitivo e tedioso.
In conclusione Layers of Fear
2, nonostante i suoi grandi pregi, risulta essere un gioco mediocre e, se
confrontato con il primo capitolo, piuttosto deludente. Consiglio il titolo
agli appassionati del genere e a coloro che non hanno grandi aspettative da un
seguito di Layers of Fear.
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