Come ben sappiamo, su internet possiamo trovare davvero di tutto, e ovviamente non mancano cose che a noi, amanti dell’orrore, possano interessarci. Abbiamo già analizzato i casi di I Feel Fantastic, un video che ritrae un’androide cantare una disturbante canzoncina, e Barbie.avi, un file con all’interno una criptica intervista.
Oggi però, ci concentreremo su un altro mistero internettiano che mi ha sempre interessato molto; sto parlando di Shaye Saint John.
Intorno al 2001, spuntò fuori un sito web gestito da Shaye Saint John, che si presentava dicendo di essere una modella che, un giorno, ebbe un grave incidente; oltre a sfigurarle terribilmente il viso, le portò seri danni anche al resto del corpo. Così, la donna decise di ‘ripararsi’ le parti danneggiate rimpiazzandole con pezzi di manichini, faccia inclusa. Inoltre, aveva sostenuto di essere stata sottoposta a vari esperimenti sul controllo della mente da parte della CIA, che le hanno fatto acquisire capacità telecinetiche. Come compagna, essa tiene una piccola bambola mezza bruciata chiamata Kiki, che appare sia in alcuni video che nel sito.
Parlando di quest’ultimo, esso si può definire labirintico: ogni volta che si cliccava su un link, appariva un’altra pagina del sito con altri collegamenti, i quali contenevano altre sezioni con ulteriori link, e così via… tra l'altro, l'esperienza del sito risultava molto più disturbante a causa delle bizzari immagini e dagli audio contorti presenti in varie sezioni, i quali vengono accompagnati da un'estetica del website molto datata. Ormai esso è stato chiuso da qualche anno, ma rimane comunque reperibile sulla Wayback Machine.
Ma chi si cela dietro questo misterioso personaggio? Esiste veramente questa persona?
Per rispondere all’ultima domanda: ovviamente… no, ma in un certo senso sì.
Shaye come persona non esiste, ma è piuttosto un personaggio creato da Eric Fournier. Quest’ultimo era un artista californiano che, dopo aver suonato in un gruppo musicale punk, i Red Farmers and Skelegore, decise di lavorare su un nuovo progetto, quello su Shaye Saint John per appunto, rimanendo dietro i riflettori e puntando le luci sul suo personaggio piuttosto che su di lui. Nel 2007, fece uscire un DVD con una collezione di triggers, chiamato “Shaye Saint John: The Triggers Compilation”.
Di sicuro avevano a che fare con la fama e con le celebrità, difatti, Shaye stessa ne è ossessionata. Shaye Saint John affronta diversi temi tra cui la popolarità, l'esigenza di rimanere rilevante e oserei dire anche della chirurgia plastica. Sotto un certo aspetto, può essere paragonata al mondo degli influencers che spesso e volentieri rimangono vittima del desiderio dell'eccessiva fama.
C’è un motivo se ho usato il passato per parlare di Shaye Saint John e di Eric Fournier, questo perché Eric morì nel 2010 dopo alcuni problemi con l'alcolismo. Però, Shaye ed Eric hanno lasciato un’importante impronta dietro e riservato un posto nel cuore dei loro fans: infatti, nel 2012 uscì un breve documentario intitolato Trigger Happy, diretto da Larry Wessel, il quale, nel 2016, fece un ulteriore documentario (un lungometraggio) intitolato Eric and Shaye.
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