Siamo nel 1979 in Piazza Cavour, a Roma, il produttore e sceneggiatore Ciro Ippolito è appena uscito dal cinema Adriano dopo aver assistito insieme al suo montatore a una proiezione del leggendario Alien di Ridley Scott. I due rimangono molto colpiti dal film e ad Ippolito, notando un grande cartellone pubblicitario dello Zombi 2 di Lucio Fulci, viene un'idea che si concretizzerà in un vero e proprio cult. Così come il primo horror di Fulci sfruttava quello che era il titolo (per il mercato italiano) del Dawn of the Dead (1978) di George A. Romero per due film che, a conti fatti, non avevano nulla a che vedere l'uno con l'altro (nonostante ciò Fulci riceverà una lettera da parte di Romero e di Argento, che si era occupato della distribuzione internazionale del film, in cui verrà accusato di averne cavalcato l'onda del successo e alla quale risponderà con notevole vis polemica); Ippolito pensò bene di realizzare un seguito apocrifo del fantahorror di Scott. Proposta l'idea all'amico produttore Angiolo Stella, e una volta scoperto che la Fox non aveva ancora depositato i diritti di Alien, Ippolito riuscì a convincere i distributori del film di Fulci a concedere a lui e Stella un budget di 400' 000 000 delle vecchie lire.
A detta di Ippolito stesso, appena lasciati gli uffici dei finanziatori lui e Stella acquistarono due macchine e partirono per un viaggio di quindici giorni a Cannes dove spesero fino all'ultimo centesimo. Casualmente però Ippolito incappò in un servizio televisivo sulle grotte di Frasassi (Marche), che gli fece venire l'idea di risparmiare i costi della sua prossima fatica ambientando la storia sotto terra anziché nello spazio. Grazie alla scusa delle spese che una tale scenografia avrebbe richiesto, Ippolito e Stella riuscirono a rimediare qualche altro milione dai loro finanziatori e così avviarono la produzione. Per i primi sette giorni di riprese nelle grotte di Castellana (Puglia) il regista fu Biagio Proietti, che successivamente abbandonò il set per dei fraintedimenti con i produttori.
A questo punto Ippolito offrì la regia a Mario Bava, il quale però dovette rifiutare per altri impegni e invitò il produttore a girarlo lui stesso. Ippolito era titubante, principalmente perché non aveva idea di come realizzare l'alieno, e così Bava gli consigliò di farlo con la trippa come lui aveva già fatto per la creatura protagonista di Caltiki il mostro immortale (1959). A questo punto la torcia passò a Ippolito, che debutterà come regista con lo pseudonimo di Sam Cromwell.
La realizzazione del film procedette non senza problemi: in un'occasione, ad esempio, la crew venne arrestata dalla digos perché denunciata dagli abitanti del palazzo del garage in cui giravano per risparmiare poiché, tra urla e sangue finto, si credeva avessero ammazzato qualcuno. Così nacque Alien 2 - Sulla Terra (1980). Il film racconta, in maniera molto confusionaria e frammentata, del rientro di due astronauti da una missione spaziale che portano con sè delle misteriose uova azzurre dalla forma di pietre contenenti dei feroci organismi alieni. Contemporaneamente la nostra protagonista, Thelma, viene intervistata da un'emittente televisiva circa la sua passione per la speleologia e scopriamo che la giovane ha dei poteri extrasensoriali quando si sente male in diretta per una minaccia incombente (un po' come la medium all'inizio di Profondo Rosso).
Il film dunque si apre con una serie di filmati di repertorio tagliuzzati e rimontati tra loro, in totale disarmonia con le altre scene, per mostrarci il ritorno della capsula degli astronauti che però viene ritrovata vuota. Thelma e il suo gruppo di amici (tra i quali c'è un giovane Michele Soavi, prima di diventare il pupillo di Argento e iniziare la propria carriere di regista horror) decidono di dedicarsi all'esplorazione di una cavità sotterranea nel deserto. Per qualche motivo non meglio specificato le uova si sono sparse ovunque, anche intorno alla zona in cui si recano i nostri protagonisti (nonostante sia a 60 miglia dal punto di rientro della capsula), e dunque nelle profondità della terra i giovani esploratori verranno braccati da questi essere mostruosi.
La povertà di budget si vede per tutto il film, per fare minutaggio è pieno di sequenze inutili ai fini della narrazione e sommariamente collegate tra loro che si protraggono all'infinito in una sequela di scene che fanno perdere alla storia un ritmo vero e proprio. Dalla prima all'ultima scena è accompagnato da una strana colonna sonora, gratuitamente energica e vivace, che non si sposa particolarmente con quella che dovrebbe essere l'atmosfera generale.
Le sequenze gore/splatter in cui assistiamo agli attacchi di questi bizzarri mostri rossi fatti di trippa (che dovrebbero ricordare vagamente i chestburster della saga di Alien) sono giusto un paio in tutto il film, e gli effetti di queste creature sull'organismo umano ricordano più quelli della cosa di Carpenter piuttosto che degli xenomorfi. L'intuizione più grande da parte di Ippolito, probabilmente, è stata proprio l'ambientazione sottorranea suggestiva e claustrofobica; tant'è che, quando nel 2005 uscirà The Descent di Neil Marshall, tenterà di querelare i produttori del film per delle somiglianze con la storia di Alien 2 (perdendo poi la causa).
Una volta uscito nelle sale, il primo film di Ippolito verrà accolto da critiche prevalentemente negativamente eppure otterrà pian piano un certo successo di pubblico in tutto il mondo. La 20th Century Fox tenterà di boicottarlo invano, un po' per la questione dei diritti non ancora depositati un po' per l'abilità dei legali di Ippolito. Infine il colosso americano finirà per comprarne i diritti per la distribuzione statunitense per battere il ferro finché caldo e per occuparsi personalmente di farlo sparire in fretta dalla circolazione per cominciare la produzione del vero seguito di Alien, che sarebbe uscito solamente sei anni dopo.
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