giovedì 9 luglio 2020

Ghostface nel... piccolo schermo! (Recensione "Scream: The TV Series")

Ogni fan del cinema horror ha visto, o almeno, sentito parlare dell’iconico Scream (1996) diretto da Wes Craven. Questo film riportò in vita il genere slasher da quella che ormai era un'inarrestabile fase di decadenza, ma oggi non sono qui a parlare di questa famosa serie cinematografica, ma bensì del suo adattamento televisivo, Scream: The TV Series, uscito nel 2015.

La serie, trasmessa inizialmente da MTV e poi da VH1 nella terza stagione, vede concentrare le prime due su Emma Duvall e i suoi amici, dei comuni liceali della città di Lakewood, le cui vite vengono minacciate da un serial killer che indossa la stessa maschera chirurgica di Brandon James, un ragazzo con una deformità facciale che anni prima commise un massacro. Emma si trova ad essere il diretto contatto del nuovo killer, che vuole farle scoprire oscure verità sulla sua famiglia e sulla gente che la circonda.
Svariati sono i riferimenti e gli omaggi a Scream. Ad esempio, la prima scena della serie vede una ragazza, Nina Patterson, da sola nella sua villetta; La giovane è intenta a farsi un bagno mentre riceve messaggi dal suo ragazzo, Tyler, che sembra essere entrato dentro la proprietà e che abbia voglia di "giocare" con lei, solo per scoprire che la persona con cui stava chattando è in verità un killer. Famigliare? Un chiaro omaggio alla prima scena di Scream, in cui Casey Becker, sola a casa, riceve una telefonata da un individuo che poco dopo ucciderà il suo ragazzo. Anche i personaggi prendono spunto da quelli della serie cinematografica: Emma Duvall come Sydney Prescott, Audrey Jensen come Kirby Reed, Piper Shaw come Gale Weathers, e soprattutto, Noah Foster, l’esperto di film horror che conosce già le regole per riuscire a sopravvivere in un slasher, che ricorda molto il personaggio di Randy Meeks. La seconda stagione in particolare è piena di riferimenti ad altri thriller ed horror, partendo già dai titoli degli episodi che richiamano film come Psycho, Jeepers Creepers, I Know What You Did Last Summer e molti altri, con alcuni riferimenti all'interno delle puntate.
Purtroppo, queste due stagioni non sono riuscite a convincermi a pieno. Iniziamo dal fatto che la serie non cattura la stessa atmosfera di Scream, sembra completamente uno slasher a parte che si ispira solo vagamente all’opera di Craven, prediligendo toni più seri e cupi rispetto ad un horror con tinte black comedy, pur rimanendo nell'ambito del teen-drama, componente importante quanto quella dell'orrore, anche se forse fin troppo presente considerando che il prodotto originale si concentrava maggiormente sullo slasher.  Nemmeno l'assenza dell’iconica maschera e del personaggio di Ghostface non aiuta la situazione.

Se la prima stagione era più dinamica, la seconda, forse per via di un numero di episodi leggermente più alto, parte con una notevole lentezza e contiene svariati momenti discutibili e talvolta anche trash, come l’uccisione di un personaggio, il quale prima viene brutalmente attaccato, poi viene trasportato in un altro luogo dove viene accoltellato e infine, in una casa, dove non muore dalle svariate e profonde ferite inflitte nell’arco di svariate ore ma… bruciato vivo in un incendio.
Alcuni personaggi nel corso della serie sono migliorati mentre altri sono peggiorati. Noah Foster è uno dei pochi che mi è piaciuto dall'inizio alla fine, divenendo il mio personaggio preferito assieme a Brooke Maddox, la quale ha avuto il miglior character development, anche se in certe scene era un po' irritante. La protagonista invece, Emma Duvall, è un personaggio senza molta sostanza, molto piatto ed indifferente. Audrey Jensen, che era partita come un ottimo personaggio, piano piano è diventata davvero stancante ed insopportabile, assieme a Kieran Wilcrox che è calato molto di qualità.

Al termine della seconda stagione, uscirono due episodi speciali per Halloween che, a parer mio, sono stati talmente insensati da renderli i più brutti dell’intera serie. I nostri protagonisti vanno su un’isola per fare delle ricerche su una leggenda locale, solo per venire tormentati da un altro killer di cui il movente è a dir poco ridicolo. Questi due episodi speciali danno poco alla trama generale, preferendo concentrarsi su un assassino casuale rispetto al serial killer che doveva essere l'antagonista della terza stagione, che purtroppo, non apparirà e che non sapremo mai chi possa essere poiché la serie ha subito un reboot, facendola diventare una serie antologica con una nuova trama, nuovi personaggi e… nuove regole, abbandonando le disavventure dei ragazzi di Lakewood, con un mistero lasciato irrisolto.
Questa stagione stand-alone, chiamata anche col nome di Scream: Resurrection, segue le vicende di Deion Elliot, un promettente giocatore di football di Atlanta, scosso dai propri fantasmi del passato; quando però un serial killer, Ghostface, minaccia la sua e le vite dei suoi amici, dovrà affrontarli e riuscire a capire chi possa celarsi dietro la maschera – prima che sia troppo tardi.

Partiamo col dire che se nelle prime due stagioni c’erano quasi esclusivamente personaggi bianchi, in questa troviamo maggiormente ragazzi neri, puntando a un cast più inclusivo, cosa che ho apprezzato molto. In questa stagione, inoltre, torna Ghostface assieme alla sua maschera.

Il nuovo arco omaggia svariate volte il genere slasher, in particolar modo ai loro personaggi: nel primo episodio, intitolato The Deadfast Club (chiaro riferimento al cult The Breakfast Club), i nostri protagonisti realizzano che rappresentano i tipici personaggi slasher, di cui la maggior parte non riescono a sopravvivere fino alla fine del film, quindi dovranno stare molto attenti a non farsi uccidere e per questo, Beth, la ragazza goth amante degli horror, dà consigli e insegnamenti per sopravvivere, simili a quelli di Randy Meeks: non dire mai “torno subito!” e non andare mai da solo sono alcuni degli esempi.
Deion (Jaden Robinson) e Jay Elliot (Tyga)
Mi sono piaciuti tutti i personaggi, molto più interessanti rispetto a quelli di Lakewood; in particolar modo Kym, interpretata da Keke Palmer, (la quale assomiglia molto al personaggio di Maureen Evans di Scream 2), poiché nel corso della stagione cerca di raggirare  le regole degli horror in modo da arrivare al killer. Allo stesso livello di Kym c'è Beth, che personalmente ho adorato dall'inizio fino alla fine! Il personaggio più sottotono forse è lo stesso Deion, il protagonista, ma di certo non ai livelli di Emma Duvall. Altri personaggi come Manny e Amir sono stati ottimi, anche Liv non è stata niente male ma il suo personaggio certe volte era stuffante. Ogni personaggio aveva il suo perchè e sono stati tutti intriganti e avvincenti.

Seppur i toni cupi prevalgono ancora in questa stagione, non mancano parti in stile black-comedy che richiamano Scream, grazie anche all'aiuto delle simpatiche interazioni tra i personaggi, soprattutto con quello di Kym che con le sue battute regala davvero delle perle. Questa stagione è riuscita a dimostrare che pur mantenendo una certa originalità, si riesce a non distaccarsi eccessivamente dal prodotto originale. Dato che Scream: Ressurection dura solo sei episodi, si mantiene concentrato di più sull’elemento horror rispetto al teen-drama, cosa che ho davvero apprezzato. Anche i colpi di scena e la rivelazione del killer sono stati ottimi,  così come lo scontro finale.
Insomma, dopo due stagioni sufficientemente buone che seppur intrattenenti, non sono riuscite a cogliere nel segno, la terza è un piccolo gioiellino che porta dignitosamente il nome di Scream!

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