venerdì 12 giugno 2020

L'avvento del male - La stanza con la sfera nera (Recensione "GANTZ - L'inizio")

Quando sei piccolo e ti appassioni alla lettura dei fumetti, o si ha la tendenza ad apprezzare lo stile americano oppure quello giapponese (senza escludere, naturalmente, l’apprezzamento per entrambi). Questo perché ognuno si immedesima meglio nelle storie che più si avvicinano alla fantasia de lettore. Io ho sempre trovato soddisfazione nel   leggere i manga perchè, almeno all’epoca, erano sfrontati, crudi ed estremamente critici nei confronti della società (vedasi lo spettacolare "Akumetsu" ) e, di tutti quelli che ho letto, quindi degli autori che ho apprezzato, spicca in particolar modo  Hiroya Oku,  creatore del famoso manga in oggetto da quale hanno tratto tre film, un anime, due romanzi ed un videogioco. Di quei tre film, due sono girati in Live Action (attualmente reperibili tramite Amazon Prime Video) e uno in CG (visionabile su Netflix). 

Con questo articolo, vorrei parlare del  primo dei due live action, ovvero Gantz: L’inizio, girato da Shinsuke Sato.

TRAMA E PERSONAGGI
Kei Kurono (Kazunari Ninomiya) e Masaru Kato (Ken'ichi Matsuyama) sono due amici d’infanzia che, per via di alcuni motivi, durante la loro vita hanno intrapreso due strade diverse. Un giorno qualunque, la sventura volle che si incontrarono nella peggiore delle situazioni ovvero prima dell’avvento di una immane disgrazia: il  loro incidente ferroviario. Questo non fu che l’inizio di una nuova vita per entrambi con la conseguente scoperta di una invasione aliena sulla terra che, con l’aiuto della misteriosa sfera nera "Gantz", dovranno annientare.
La sfera chiamata "Gantz"

CONSIDERAZIONI
Con l’intenzione di stuzzicare l’interesse verso la visione de film, vorrei fare una premessa proseguendo la sintesi della trama e romanzandola a modo mio, partendo direttamente dalla prima scena ovvero quella nella metropolitana ferroviaria:
Kei, un pervertito e cinico menefreghista, notò che un signore ubriaco cadde sui binari. Osservandosi attorno, si chiese se mai qualcuno avesse il coraggio di aiutarlo. Kato, ragazzo da cuore grande ma con problemi con la giustizia, nel   frattempo si sistemò nei pressi di Kei nell’attesa dell’arrivo de treno. Notando anche lui il   signore in difficoltà, si fece forza e si buttò sui binari per salvarlo. Chiese ripetutamente se qualcuno potesse assisterlo ma nessuno si fece avanti quando, inaspettatamente, si accorse che i suo amico d’infanzia lo stava osservando dalla banchina pochi metri più avanti. Kei, evidentemente confuso ed imbarazzato, non seppe cosa fare ma, non appena vide il  treno arrivare, si lanciò sui binari per aiutarlo. All’arrivo de treno, i due videro la morte in faccia quando d’improvviso si ritrovarono in un appartamento disarredato, situato in un distretto di Tokyo. L’appartamento non aveva nulla di particolare se non che presentava, a centro di esso, una grossa sfera nera con all’interno un uomo nudo, calvo e con una mascherina ossigenante. Oltre ai due amici, erano presenti anche altre persone che a loro volta si sentivano sconvolte e disorientate. Ad un certo punto, la sfera emise una strana melodia come preludio della prima missione per i nuovi arrivati con conseguente briefing su di essa e successiva distribuzione di armi e tute potenzianti. Fu così che cominciò la rivalsa degli umani contro gli alieni.”.
I protagonisti nell’attimo prima l’inizio dell’epopea contro gli alieni
Il manga è un capolavoro Sci-fi estremamente crudo, violento e “sexually explicit” che difficilmente si riuscirebbe a trasporlo senza incappare in qualche pesante censura. Sangue ed erotismo si susseguono in un vortice di estremismi atti al mostrare la vera natura degli esseri umani. Non per niente, le ragazze sono praticamente tutte giovani e procaci quasi a voler criticare una società basata sull’estetica.

Il film difatti (e come era lecito aspettarsi) inzia con il  seguire la trama originale per poi dirigersi subito verso l’interpretazione del   regista pur continuando a trattare le principali tematiche del fumetto. Diciamo, più che altro, che parte come un buon adattamento cinematografico poi prendendosi libertà interpretative che possono più o meno piacere. Preso il film quindi come fine a se stesso, una coerenza di fondo c’è e la cosa non può che essere apprezzabile sia da chi ha letto il  manga che da chi non lo ha mai letto. Spesso però mi è capitato di intravedere una scrittura de copione abbastanza rigida ed attinente ai canoni del genere quasi come ad essere banalmente prevedibile.

La regia invece tratta bene l’idea originale de manga e dona generalmente chiarezza all’azione e un buon quadro generale con interessanti punti di vista. 

La  recitazione è altalenante ma con una media decente. Una nota la farei per il  personaggio di Joichiro Nishi che è il classico stereotipo dello sbruffoncello scolastico alla giapponese con relative espressioni ilariche che, personalmente, non ho molto apprezzato in questo contesto. Ma forse perché ne ho visti fin troppi di questi soggetti nei film con la Yakuza o comunque gli action provenienti da so levante.

Con grande gioia però, gli effetti speciali sono fatti bene e riprendono perfettamente lo stile del fumetto, comprese le scene esageratamente splatter che concorrono a mantenere il divertimento costante per tutta la ripresa.
Uno dei nemici che i gruppo dovrà affrontare
PRO
Si attiene allo stile della controparte cartacea;
+ Recitazione con alti e bassi ma mediamente decente;
Armi futuristiche ed esplosioni sono sempre sinonimo di divertimento ;
Shinsuke Sato, seppur presosi la licenza d’interpretazione già dalla prima missione, riesce comunque a donare un senso ad un’opera derivativa che però necessita di essere completata con i sequel.

CONTRO
- Alcune, solite, giapponesate sia a livello recitativo che stilistico;
- Approfondimento dei personaggi principali trattato in maniera superficiale;
I comprimari sono carne da macello;
- Alcune cose sono lasciate in sospeso e molto probabilmente non verranno mai spiegate (comprensibili però da chi ha letto il manga);
Senza vedere il sequel, il finale rimane completamente aperto (non propriamente un contro se si guarda i capitolo successivo).

VERDETTO FINALE
Per quanto non perfetto, ha un senso e l’impegno del regista si vede quindi direi che personalmene mi è piaciuto. Se avete voglia di passare due ore divertenti ma senza grosse aspettative allora ne consiglio la visione.

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