Un passo indietro...
Il nostro viaggio, in quella che sarebbe dovuta essere la psicanalisi Freudiana, comincia il 20 Febbraio 2020 durante il Festival del Cinema di Berlino, dove vengono proiettati i primi 3 episodi di Freud, serie nata dalla collaborazione tra la casa di distribuzione austriaca ORF e Netflix. Il 23 Marzo dello stesso anno, la serie verrà distribuita sulla piattaforma streaming di quest’ultima. Sebbene il nome stesso della serie e il trailer avrebbero fatto pensare ad una sorta di psycho-thriller incentrato sulle tesi psicologiche dello psicanalista (interpretato qui da Robert Finster) o ad un biopic che rivelava invece gli avvenimenti realmente accaduti che lo avrebbero successivamente portato alla creazione della psicanalisi, il prodotto finale al quale ci siamo trovati davanti ha sicuramente sia stupito che deluso.
Sesso, Sangue, Cocaina…
Il nostro viaggio, in quella che sarebbe dovuta essere la psicanalisi Freudiana, comincia il 20 Febbraio 2020 durante il Festival del Cinema di Berlino, dove vengono proiettati i primi 3 episodi di Freud, serie nata dalla collaborazione tra la casa di distribuzione austriaca ORF e Netflix. Il 23 Marzo dello stesso anno, la serie verrà distribuita sulla piattaforma streaming di quest’ultima. Sebbene il nome stesso della serie e il trailer avrebbero fatto pensare ad una sorta di psycho-thriller incentrato sulle tesi psicologiche dello psicanalista (interpretato qui da Robert Finster) o ad un biopic che rivelava invece gli avvenimenti realmente accaduti che lo avrebbero successivamente portato alla creazione della psicanalisi, il prodotto finale al quale ci siamo trovati davanti ha sicuramente sia stupito che deluso.
Sesso, Sangue, Cocaina…
Vienna 1886, il 30enne Sigmund Schlomo Freud è tornato da un viaggio (avvenimento realmente accaduto) a Parigi dove è venuto a contatto con Jean-Martin-Charcot, neurologo francese che suscitò interesse nel giovane Freud grazie alla sua modalità di cura dell’isteria, l’ipnosi (che sarà parte centrale attorno al quale ruoterà tutta la serie). Dopo i tentativi fallimentari del giovane neurologo austriaco nel voler usare questa terapia a Vienna, Freud si troverà screditato dai suoi colleghi e dalla comunità scientifica. Ma i problemi persistono anche nella vita privata del giovane dottore che, oltre alla reputazione, rischia anche il matrimonio con la giovane Martha. L’unica distrazione che riesce a trovare (oltre alla cocaina, droga al tempo considerata medicinale frequentemente usata dal dottore e anche oggetto di alcuni suoi trattati per i suoi effetti “positivi”) sembra essere la compagnia dell’amico Arthur Schnitzler che lo porterà a varie serate dove l’alta società viennese si intrattiene con sedute spiritiche tenute dalla medium Fleur Salomè (Ella Rumpf).
All’interno di questo circolo si consumeranno macabri omicidi (proprio qui entrerà in scena la forte componente splatter della serie, per alcuni anche abusata in certe scene) e spetterà a Freud, aiutato dall’ispettore di Polizia Alfred Kiss (Georg Friedrich), risolvere questi omicidi grazie alle sue conoscenze mediche. Oltre al contesto storico e alcuni dettagli reali del personaggio che si possono intravedere all’interno della serie, il resto della serie assume dei connotati fittizi perdipiù non molto originali: il Dottor Freud è qui reinventato come una versione austriaca di Sherlock Holmes e la componente splatter prende completamente il sopravvento tra esecuzioni brutali e visioni di omicidi sanguinari.
E la diagnosi è…
In conclusione possiamo dire che “Freud” parte col piede giusto (riscontrando successo in Austria con circa 400mila spettatori) iniziando con il corretto contesto storico nel quale è inserito il protagonista grazie alle location e l’atmosfera creata, per poi perdersi nell’assurdo e nel tentativo di unire Horror e elementi biografici. Se si sorvolano gli elementi biografici distorti della serie che trasformano il padre della psicologia moderna in un detective, gli amanti dello splatter e della brutalità visiva potranno sicuramente godersi questo drama austriaco targato Netflix.
Robert Feinster in Freud (2020)
ARTICOLO DI
LEONARDO TERRACCIANO
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