Cosa fareste se qualcuno vi rubasse la vostra identità?
Questa è la situazione in cui si ritrova la protagonista di “Cam”, film del 2018 diretto da Daniel Goldhaber e scritto da Isa Mazzei.
Alice Ackerman (Madeline Brewer) è una cam-girl determinata a raggiungere il primo posto nella classifica del sito per cui lavora; quando tutto sembra andare per il meglio, la ragazza non riuscirà più ad entrare nel suo account, “Lola_Lola”, scoprendo che qualcuno gliel’ha rubato. Dopo aver fatto log-in con un altro profilo, vede che quella persona è una perfetta copia di se stessa, più amata dal pubblico il quale non si è accorto della differenza.
Realtà o fantasia? Il doppelgänger esiste veramente o e frutto dell’immaginazione di Alice? È una domanda che lo spettatore si pone durante tutto il corso del film, ma anche dopo la conclusione il pubblico sarà titubante ad accettare la spiegazione poiché il finale aperto e la situazione surreale lasciano spazio a svariate teorie, tra cui quella che sia stata tutto un sogno di un coma, causato dopo che la protagonista ha usato un estremo giocattolo sessuale nella scena prima di quella in cui perde l’account e inizia il suo incubo.
Inoltre, il film può essere considerato come una reinterpretazione di Alice nel Paese delle Meraviglie, e potrebbe essere anche confermato da svariati riferimenti e simbolismi. Per cominciare, la bambina protagonista dell’opera di Lewis Carroll e la ragazza di Cam condividono lo stesso nome, e quest’ultima vive proprio a “Wonderdale street”. Altri riferimenti sarebbero gli username “Mad_Hatter” e “Mr. Teapot”, nonché anche l’email “cheshirekitten216@gmail.com” usato per creare un account.
SPOILER
Ma il simbolismo più importante sta nello scontro tra la falsa Lola ed Alice: la prima indossa un reggiseno nero con due cuori rossi, stando ad indicare che Alice sta combattendo contro la Regina di Cuori
Uno dei punti forti del film è stato sicuramente la recitazione di Madeline Brewer, che nonostante interpretasse lo stesso personaggio è riuscita a creare due personalità distinte in modo perfetto: da una parte abbiamo Alice Ackerman, una ragazza insicura e un po’ trasandata, e dall’altra abbiamo Lola, una cam-girl genuina, vivace e sicura di sé. Insomma, interpretare un personaggio all’interno di un altro personaggio non è roba di poco conto, e in questo caso, l’attrice principale è riuscita a cogliere nel segno!
Ma se dobbiamo essere onesti, il motivo per cui il film mi ha incuriosito tanto da farmelo vedere è stato l’uso dei colori: abbiamo tonalità di rosa e blu forti e intensi per il set di Lola, che vanno in netto contrasto con i colori del mondo di fuori, molto più monotoni e tendenti ad un blu spento. Una fantastica direzione artistica, anche per quanto riguarda delle inquadrature mozzafiato come questa qui sopra!
L’unico difetto che ho trovato è stato il personaggio di Katie, presentato all’inizio del film come una vecchia conoscenza di Alice alludendo ad una possibile storyline secondaria, ma senza che essa si potesse effettivamente materializzare, nonostante ci si potesse lavorare sopra: la seconda nonché ultima volta in cui appare nel film è stato durante la festa del fratello di Alice, e Katie sembra essere piuttosto insicura della propria bellezza. Insomma, le basi per un sub-plot c’erano ed erano anche ottime, e la poca presenza del personaggio lo rende praticamente inutile, ma è anche vero che il film ha preferito rimanere concentrati solo su Alice e la sua storia, senza perdere di vista la storyline principale, ed è una cosa che va assolutamente lodata.
Cam è sicuramente un gioiellino da non perdere, un viaggio verso la Wonderland di un Alice un po’ alternativa, in un mondo incentrato sulla dipendenza del proprio lavoro legato ai social-network, della feroce rivalità e competizione tra gli altri colleghi, nonché anche di noi stessi, come nel caso di Alice, che si ritrova a dover combattere una versione materializzata della sua altra persona.
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