La pellicola di oggi è uno di quei film che cercano di prendere una strada diversa rispetto agli altri che stavano uscendo da fine anni ’70 ad inizio anni ’80, che erano basati e, a volte, copiati da “Lo squalo” (1975). Probabilmente, uno dei titoli di serie B più sconosciuti ma anche più interessanti del genere è “Spiaggia di sangue” (1980) di Jeffrey Bloom.
Per capire
quanto fosse una frecciatina alla saga de “Lo squalo”, la campagna
pubblicitaria della pellicola sfruttò la stessa identica tagline americana de
“Lo squalo 2” (1978), l’ultimo film che uscì della serie nel periodo in cui
uscì questa pellicola, nonché “Proprio quando pensavi che fosse sicuro tornare
in acqua”. Questa frase viene ripresa quasi letteralmente: “Proprio quando
pensavi che fosse sicuro tornare in acqua… non ci si arriva”. Una trovata
promozionale davvero indovinata per cercare di accaparrarsi quanto più pubblico
possibile nelle sale.
La storia parla
di qualcosa che trascina ignare persone sotto la sabbia. La polizia cerca di
capire di cosa si possa trattare. La prima cosa a
cui si pensa quando si legge una storia così è, ovviamente, “Tremors” (1990).
Per certi aspetti, si può dire che questa pellicola abbia preceduto la saga dei
tremendi vermi giganti di 10 anni. Non a caso, in una prima stesura della
sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, sarebbero dovuti essere proprio
dei vermi giganti a portare scompiglio in questa tranquilla località marittima,
in questo caso parliamo della spiaggia di Santa Monica.
Il lato tecnico
del film è curato abbastanza bene per i pochi mezzi. La regia è piuttosto
classica e scolastica. La fotografia risulta essere estremamente asfissiante,
nel vero senso della parola, per via di piani strettissimi sui personaggi e di
esterni patinati.
L’idea si
dimostra essere originale ma la sceneggiatura è colma, purtroppo, di sotto
trame pressoché futili ai fini narrativi. Non si tratta nemmeno di un prodotto
così tanto riuscito, alla fine. Sicuramente, si voleva cercare di girare il più
velocemente possibile affinché si potesse sfruttare l’onda del successo del
film di Spielberg. Questa fretta è stata svantaggiosa poiché la scrittura dei
personaggi principali risulta essere piatta e bidimensionale, non facendone
spiccare nessuno per carisma. Si può dire che non ci sia un vero effettivo
protagonista della vicenda, o meglio c’è ma viene contraddistinto come gli
altri comprimari, senza un minimo di caratterizzazione. Per raggiungere la
durata di 80 minuti (scarsi), la pellicola viene diluita da numerosi dialoghi e
sequenze superflue che annoiano l’eventuale spettatore che vorrebbe godersi un
prodotto senza pretese.
Gli effetti
speciali sono alquanto carenti e, assolutamente deludenti per chi si aspettava
chissà che. La creatura colpevole di queste sparizioni viene mostrata negli
ultimi momenti e minuti. E tra l’altro viene mostrata con dei scrupolosi
strattagemmi: in penombra, in controluce o mostrando alcuni dettagli di essa. Un
espediente che ha usato anche Spielberg per il suo squalo ma l’ha fatto solo
per creare suspense e tensione nello spettatore. Questo, sicuramente, per via
dello scarso budget e di mezzi che avevano a disposizione.
Sembrerebbe anche
ben realizzata, un gran e vero peccato. Non rivelerò qual è l’aspetto di questa
creatura per non rovinarvi la sorpresa a chi vorrebbe vederlo.
Ben predisposte,
invece, sono le sequenze di uccisioni da parte di questa creatura. Infatti, è
innegabile che lo stesso modus operandi venga ripreso in “Tremors” (1990)
quando i vermi giganti trascinano sotto terra i poveri malcapitati. Chissà che
il regista non conoscesse questo film, diciamocelo, ormai dimenticato?
C’è da
segnalare la presenza di due attori tra i protagonisti nonché John Saxon, che
rivedremo successivamente nel film “Nightmare – Dal profondo della notte”
(1984) di Wes Craven, e Burt Young, che abbiamo già visto in “Rocky” (1976) e
rivedremo nel film italiano “Amityville Possession” (1982) di Damiano Damiani.
Tra l’altro John Saxon partecipò in un altro film italiano, molto simile a
questo per storia e personaggio, “Nightmare Beach – La spiaggia del terrore”
(1989) di Umberto Lenzi.
“Spiaggia di
sangue” (1980) venne distribuito in pochissime sala in territorio americano e,
come era prevedibile, non ebbe il successo che, probabilmente, si sperava. In
Italia, distribuito nel 1981 dalla Titanus, ebbe un discreto successo di
incasso ai botteghini, ma non è mai stata realizzata una versione in DVD o
Blu-Ray. Una pellicola di nicchia che non pretende dallo spettatore
nient’altro che divertire, per il genere e per l’intento che aveva il regista.
Oltre al già
citato “Tremors” (1990), “Spiaggia di sangue” (1980) ha ispirato altri film di
serie B, o per meglio dire di serie Z tra cui “Sand Sharks” (2011) dove ci sono
degli squali preistorici che vivono sotto la sabbia e provocano un gran
massacro di persone; e “The Sand” (2015) che potrebbe essere considerato uno
pseudo-rifacimento ambientato ai giorni nostri. In entrambi i casi, ci troviamo
dinanzi a quel tipo di cinema spazzatura che, ormai, ci diverte da tanti anni
con storie sempre più fantasiose e improbabili.
Da menzionare
che in “Blow Out” (1981) di Brian De Palma, rifacimento americano di “Blow Up”
(1966) di Michelangelo Antonioni, viene mostrata la locandina di “Spiaggia di
sangue” in una scena del film.
In conclusione,
consiglio di vederlo rigorosamente durante il periodo estivo per immedesimarvi
o inquietarvi quando andrete tranquilli, se così si può dire, in spiaggia.
Articolo di Luigi Santomauro
Articolo di Luigi Santomauro
Nessun commento:
Posta un commento