Quando si pensa al J-Horror sono moltissimi i film che
vengono alla mente, ma il primo di questi, nella maggior parte dei casi, è Ring
(in lingua originale リング,
Ringu), pellicola del 1998 diretta da Hideo Nakata e distribuita dalla
Toho insieme al suo sequel, The Spiral (らせん Rasen). Entrambe le pellicole sono basate sugli omonimi
romanzi di Kōji Suzuki, che, grazie al moderato successo riscosso nella prima
metà degli anni ’90, spinsero l’editore Kadokawa Shoten a finanziare
l’adattamento cinematografico. Come spesso accade con questi titoli, le due
pellicole arrivarono in occidente solo nel 2003: in Italia le pellicole furono
pubblicate dalla Dynit in DVD, mentre il doppiaggio fu curato dallo European
Television Service.
La trama dei due film è pressoché identica a quella dei
romanzi di Suzuki: Ring si apre con due studentesse delle superiori, Tomoko e
Masami, che parlano di una videocassetta maledetta che uccide coloro che la
vedono in una settimana; la prima ragazza rivela che circa una settimana prima,
insieme ad alcune amiche, ha visto uno strano filmato registrato, appunto, su
una videocassetta, ricevendo poco dopo un’inquietante telefonata; non risulta
sorprendente, quindi, che non appena Masami si allontana da Tomoko, questa
venga uccisa da un’entità misteriosa. Una volta appresa la notizia della morte
di sua nipote Tomoko e di altre sue amiche, la giornalista Reiko Asakawa, con
l’aiuto dell’ex-marito Ryūji Takayama, decide di investigare sull’accaduto,
facendo luce sugli oscuri misteri della videocassetta.
The Spiral, ambientato poco dopo gli eventi del suo
predecessore, vede il patologo Mitsuo Andō confrontarsi nuovamente con lo
spirito maligno che abita la videocassetta e con gli eventi che hanno visto
protagonisti i personaggi di Ring.
A differenza di molti film horror a cui siamo abituati al
giorno d’oggi i personaggi di Ring e, in parte minore, quelli di The Spiral rispondono
in maniera intelligente alle situazioni in cui si trovano, aiutando a
sedimentare un senso di realismo in una trama che è tutto fuorché questo. Entrambe
le pellicole, inoltre, fanno un uso molto sporadico di orrore visuale,
preferendo trasmettere paura tramite le atmosfere delle scene, che trasmettono
un senso di tensione e suspence infinito.
Nonostante ciò, dati i diversi team di produzione, non
dovrebbe sorprendere il fatto che Ring e The Spiral siano due film molto differenti.
Ring è un film horror a tutti gli effetti, con atmosfere inquietanti, una trama
interessante e misteriosa ed una tecnica registica che si sposa perfettamente
con la storia che il romanzo Suzuki racconta, nonostante i budget e i tempi di
produzione limitati. The Spiral, fatta eccezione per la presenza di vari
personaggi del primo capitolo, sembra provenire da tutt’altra serie: l’ago
della bilancia è decisamente più spostato verso il thriller e finisce inoltre
per spogliare il suo predecessore di tutti i misteri che lo circondavano,
ostinandosi a spiegare nei minimi dettagli gli eventi avvenuti.
I problemi di The Spiral derivano, come raramente accade, dall’eccessiva
fedeltà con cui la pellicola adatta il romanzo di Suzuki, il quale aveva
introdotto nelle sue opere successive elementi sempre più assurdi e distanti
dalle premesse stabilite da Ring, forse in un tentativo di diversificare la
serie e non ricadere nella ripetitività. Quando però tutto questo è stato
trasferito su pellicola il risultato fu un film tecnicamente ottimo (forse
anche di più di Ring), ma così dissonante dal primo capitolo da risultare quasi
una parodia di quest’ultimo.
Il successo di Ring fu immenso: la pellicola si sedimentò immediatamente come un
classico del J-Horror, revitalizzando inoltre il genere; non si esagererebbe dicendo
che molti dei film horror nipponici che conosciamo oggi non esisterebbero se
non fosse per Ring. Questo successo fu riconosciuto anche in
occidente, con il conferimento del Corvo d’Oro al regista Hideo Nakata al Festival
internazionale del cinema fantastico di Bruxelles nel 1999 e la produzione di
un remake statunitense, The Ring, nel 2002.
Come prevedibile, la risposta a The Spiral fu esattamente
opposta: gli incassi furono pessimi e il film fu stroncato dalla critica e ignorato
dal pubblico. Il risultato fu la cancellazione di qualsiasi altro progetto di
adattamento della serie di romanzi di Suzuki e il distacco definitivo della
serie cinematografica da quest’ultima, con l’uscita nelle sale giapponesi nel
1999 di Ring 2 (リング2, Ringu 2), un sequel alternativo di Ring.
Inutile dire che se vi ritenete appassionati di J-Horror, o
di cinema horror in generale, Ring è un must watch, un classico intramontabile un
genere in crisi. Per quanto riguarda i sequel se cercate un adattamento fedele
della storia di Suzuki, allora The Spiral è il film che fa per voi, se invece
preferite un prosieguo più coerente e logico della storia di Ring, sicuramente
Ring 2 non vi deluderà.
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