giovedì 26 marzo 2020

Un ritorno glorioso (Recensione "DOOM")

Le prime notizie su un sequel di Doom 3 risalgono al QuakeCon del 2007: durante l’evento il cofondatore della id Software, John Carmac, confermò che la software house aveva dato inizio allo sviluppo di Doom 4, titolo che sarebbe stato ufficialmente annunciato nel maggio dell’anno successivo. Negli anni successivi lo sviluppo si dimostrò particolarmente arduo e travagliato e i numerosi problemi riscontrati culminarono nel 2012, anno in cui Doom 4 subì un redesign radicale, che fece del titolo un reboot piuttosto che un sequel. Il 13 maggio 2016 il gioco fu finalmente pubblicato per piattaforma Windows, Playstation 4 e Xbox One con il semplice nome di DOOM.
Il titolo è ambientato su Marte, dove la Union Aerospace Corporation (UAC) ha aperto un portale verso la dimensione dell’Inferno, causando un’invasione di demoni, i quali hanno sterminato il personale del complesso di ricerca stanziato sul pianeta. Dopo una breve e criptica introduzione il nostro protagonista, il Doom Slayer, si risveglia incatenato ad una specie di sarcofago e, dopo essersi liberato e aver ucciso alcuni demoni che avevano tentato di attaccarlo, ritrova la sua iconica armatura; dopo averla indossata il nostro protagonista si fa strada fino alla superficie del pianeta, pronto a sterminare gli invasori e a chiudere una volta per tutte il portale.
A differenza dei capitoli precedenti il gioco presente una trama più definita, che contestualizza meglio gli eventi di cui il giocatore è testimone: tramite vari messaggi lasciati dagli impiegati dell’UAC sarà possibile ottenere informazioni sulle cause dell’invasione, le motivazioni di chi l’ha causata e persino sul passato del Doom Slayer (sebbene in quest’ultimo caso risultino piuttosto vaghe).

Molti dei mostri storici della serie faranno ritorno, quali il Cacodemone, il Barone Infernale o il Revenant, ma il giocatore incontrerà anche nuovi nemici, come l’Hell Razer, demone dalle sembianze umanoidi che attaccherà a distanza sparando proiettili di energia, la Hell Guard, un parassita che ha preso il controllo di un massiccio esoscheletro acquisendo una forza molto superiore a quella degli altri mostri, oppure l’Harvester, nemico esclusivo della modalità multiplayer con il potere di assorbire l’energia vitale dei suoi target. Purtroppo in questo campo il gioco non osa troppo, limitando le novità e preferendo fare leva sulla nostalgia dei fan.
Una delle punte di diamante di DOOM è senza dubbio il suo gameplay: il gioco riesce a mantenere costantemente un ritmo veloce e frenetico, senza sopraffare eccessivamente il giocatore, che riuscirà quasi sempre a sentirsi padrone delle situazioni in cui si andrà a trovare. Il livello di sfida potrà essere aumentato incrementando la difficoltà, ma, grazie all’ottimo design che caratterizza il titolo, il gioco non risulterà mai ingiusto o gratuitamente punitivo.

Un’altra novità sono le uccisioni epiche: quando un nemico sarà abbastanza indebolito (segnalato da un bagliore roso) sarà possibile avvicinarvisi per finirlo a mani nude con una cruenta animazione; i demoni uccisi in tale maniera forniranno sempre medikit, i quali ripristineranno una porzione dei punti salute.
DOOM presenta inoltre una cospicua componente platform: sarà possibile utilizzare il doppio salto, scalare o aggrapparsi a determinate superfici, permettendo spesso di coprire distanze molto estese. Queste sezioni fungono però da intermezzo tra un combattimento e il successivo, senza purtroppo essere integrate con essi, ciò determina alla lunga un senso di noia e monotonia, che va a ledere una parte del gioco che se utilizzata più efficacemente avrebbe potuto migliorarlo di molto.

Oltre al singleplayer, il gioco dispone di una modalità multiplayer, divisa in quattro sottocategorie: Clan arena, Team deathmatch, Dominio e Freeze Tag. Grazie alla funzionalità SnapMap sarà possibile giocare mappe create dagli altri giocatori o creare le proprie, con una serie di strumenti che permettono un alto grado di personalizzazione, con la possibilità di creare nemici unici e nuove regole per le sfide.
La resa grafica è a dir poco spettacolare: la qualità dei modelli, delle texture e dell’illuminazione è senza dubbio superiore a quella di molti giochi usciti nello stesso anno e riesce ancora a rivaleggiare quella di giochi più recenti. Il tutto è accompagnato da uno stile grafico altrettanto efficace, che contribuisce a rendere le ambientazioni suggestive e caotiche e che conferisce ai mostri incontrati un aspetto grottesco e spaventoso, richiamando allo stesso tempo il design classico dei capitoli precedenti.

La colonna sonora, a cura di Mick Gordon, con il suo ritmo adrenalinico e l’uso di Heavy Metal si sposa perfettamente con il frenetico gameplay del gioco. Molti dei temi classici della serie sono presenti sottoforma di remix, per meglio adattarsi all’atmosfera più moderna di DOOM, un esempio è l’ormai iconico tema principale, che accompagna la prima ascesa dello Slayer sulla superficie di Marte.
DOOM riporta la serie alle sue radici senza però aver paura di apportare innovazioni alla formula, in modo da inserirsi efficacemente nel mercato videoludico moderno. Se Doom 3 vi ha lasciato l’amaro in bocca, se siete fan di lunga data o se solo recentemente vi siete approcciati a questa serie, DOOM è il gioco che fa per voi.

ARTICOLO DI

Nessun commento: