martedì 10 marzo 2020

Pandemia Coronavirus (COVID-19) Alert: Genesi ed esegesi de La Teoria del complotto da Biohazard

Esiste una legge non scritta della narrazione la quale sancisce che un ottimo racconto non puó prescindere dalla figura di un buon antagonista. L’eroe non verrá mai preso in considerazione dal suo pubblico se non é portato a confrontarsi con una nemesi almeno sua pari. Non esiste un eroe senza una seria minaccia da affrontare dalla parvenza credibile e sofisticata. Questo é stato ben analizzato dal formalista russo Vladimir Propp nel suo saggio “Morfologia della Fiaba” del 1928 ed é facilemente riscontrabile in tutta la letteratura epica e fiabesca, cosí come nella cinematografia horror, con poche eccezioni; non importa se la parte del protagonista è assegnata all’eroe o all’antieroe, si neccessita sempre della figura speculare per portare a compimento l’azione narrativa ed evidenziare le caratteristiche antitetiche, secondo un principio dualistico antico e spesso noioso. Con lo scopo di stupire il pubblico, gli autori hanno da sempre creato eroi straordinari, affiancati da altrettanto straordinari nemici, molto spesso ispirandosi alla natura.
Nella corsa letteraria per la creazione del piú temibile ed intelligente arcinemico non poteva sfuggire la figura dello scienziato pazzo, figura inflazionata e scontata nella sua semplicitá, esasperatamente assurda, impropriamente stereotipata, troppe volte, per gioco o coincidenza, associata allo scienziato di professione nell’immaginario comune. Nell’arte letteraria gli scenziati pazzi sono molto numerosi e una loro lista completa sarebbe molto lunga. Sono stati anche immaginati scienziati dall’indole pacata e filantropa, e per fortuna esistono davvero!
Il primo film horror della storia, pervenutoci e ritenuto tale, "Il gabinetto del Dr. Caligari", 1920, racconta le vicende di un maligno Dottore ipnotista. La figura dello scienziato pazzo/inventore terribile arriverá poco dopo questo film espressionista muto tedesco. Molto probabilmente, chi meglio incarnó per primo tale figura in quegl’anni, dando origine alla sua prosopopea, fu proprio il celeberrimo Dottor Frankenstein con il suo mostro, dal romanzo di Mary Shelley fino alle pellicole, alcune purtroppo andate perdute. Non a caso l’autrice intitolò il suo romanzo con l’attribuzione al Dottore dell’epiteto “Moderno Prometeo”, colui, che si impradronì del fuoco degli dei per donarlo agli uomini, racchiude in sè tutte le caratteristiche dello scienziato moderno il quale compito intrinseco è racchiuso nella hýbris di voler carpire i segreti della natura. In questo labile limite tra nobiltá di intenti e stravaganza dei costumi giace il paradosso della figura dello scienziato e le distinzioni tra Scienza, Scienza di confine e pseudo-Scienza.

La Scienza si fonda sul sistema scientifico empirico, basato quindi sull’osservazione, seguendo le regole epistemiologiche di Karl Popper. La scienza di confine è qualunque approccio tecnologico non ortodosso, non ancora accettato dai canoni dalla comunità scientifica, ma non per questo meno valido. Tutto il resto è pseudo-scienza. Nella narrativa fantascientifica si ricorre spesso all’uso di ognuna di loro, arrivando ad immaginare anche la creazione artificiale di un Virus per scopi bellici e post-apocalittici. Nella realtà questo appare improbabile e poco fattibile. Benchè si conoscano le tecniche di creazione di un virus, ingegnerizzarlo richiederebbe molto tempo, un team di lavoro numeroso e molti finanziamenti, un progetto altamente rischioso e ipoteticamente redditizio solo su speculazione. I virus mutano nelle loro sequenze geniche, soprattutto quelli a RNA a singolo filamento, durante questo processo molecolare ed evoluzionistico può sempre insorgere una nuova minaccia patogena e pandemica per l’uomo. La storia è ben nota, anche grazie a celebri romanzi, documenti storiografici e letteratura scientifica. Da indagini antropoforensi è noto che alcune civiltà si siano estinte a causa di una patologia non curabile per quel tempo. Oggi, l’umanità è tenuta ad affrontare la minaccia nanoscopica e fare fronte comune con sistemi di prevenenzione e contenimento anche estremi, nell’attesa dell’invenzione di un nuovo vaccino, anche questo oggetto di teorie del complotto no-vax.
In letteratura, il tema della minaccia virale o da microorganismo, data la sua pericolosità, è sempre stato legato allo scenario apocalittico. La sesta piaga d’Egitto (Ex. 9:8–12) fu molto probabilmente un’epidemia di peste, e nell’Apocalisse di Giovanni (ma anche prima!), i morti risorgono e Pestilenza è uno dei quattro cavalieri: queste, insieme alle attuali conoscenza del mondo nanoscopico, sono state le premesse per dare vita al topos piú curioso della cinematografia di fantascienza: L’Apocalisse zombie virus-mediata.
Il primo sincretismo é forse nel romanzo “I Am Legend”, del 1954, dello scrittore americano Richard Matheson, dove la patologia genera gli esseri chimerici, a metà tra lo zombie e il vampiro, mentre, la cinematografia a tema di George Andrew Romero  inizierà nel 1968, con "Night of the Living Dead". Le atmosfere post-apocalittiche da patogeno sono assicurate dagli eco-terroristi in "Twelve Monkeys"1995, e il revival del non morto sará presente durante tutto l’arco degl’anni ’90, e oltre, anche su piú media. "Resident Evil" inizia la sua saga nel 1996, sono proprio gli scienziati della Umbrella Corporation che sintetizzando il virus riescono a resuscitare i morti. Curiosamente, dal 2002, gli zombie hanno imparato anche a correrre in "28 giorni dopo". In natura, il fenomeno piú simile al parassitismo zombie, ad oggi notato, é quello legato al fungo parassita Ophiocordyceps unilateralis, in grado di alterare il comportamento della formica suo ospite per favorire la diffusione delle spore.
I virus della famiglia Coronaviridae non trasformano gli ospiti in degli zombie, ma il panico si, e per la comunità, è piú letale del virus se si presenta sotto le sue forme d’irrazionalità e criminalità. Il panico su larga scala é risaputo essere un terreno fertile anche per la diffusione di cattiva informazione e speculazioni. Nei film, molto spesso, chi manifesta panico è prossimo alla morte, ed anche per questo la popolazione é, oggi, invitata alla calma dalle agenzie specializzate. L’autocontenimento puó causare dei disagi di natura claustrofobica, ma ha anche i suoi lati positivi, basta aver provveduto alle scorte di alimenti e saperli razionare. È bene anche apprendere le basi dell’agricoltura se la situazione dovesse continuare a peggiorare come da cinematografica memoria. 
Infographic: Seven Seals and the Ultimate Villain, illustrazione originale di Aaron Rizla
Nelle storie fantastiche abbiamo assistito a tecnologie sempre piú improbabili ed interessanti dal punto di vista artistico-visivo, alcune ispirate ad emeriti scienziati davvero esistiti; altre volte, invece, è l’operatore scientifico, che ispirato dal romanzo, trae ispirazione per le sue nuove invenzioni. Il metodo scientifico può essere usato anche senza le piú nobili delle intenzioni, siamo noi a scegliere da quale lato del tavolo schierarci. Intelligenza non é sinonimo di sagezza, ed é per questo che alcuni, tra i piú grandi scienziati, hanno, a volte, commesso pesanti errori. La comunitá scientifica ha anche riconosciuto in ritardo importantissime scoperte scientifiche che hanno rivoluzionato la nostra vita. Questi aspetti hanno sicuramente danneggiato la fiducia nel metodo scientifico, cosí come il piú noto oscurantismo religioso pre-illuminista. 
In ogni universo immaginario c’é sempre almeno uno scienziato, piú o meno folle, in grado di descrivere la tecnologia di riferimento. A volte protagonista e cavia di sè stesso, come in "Dr.Jekyll & Mr. Hyde". Se c’é qualcuno che va sempre salvato, soprattutto durante un’Apocalisse zombie/Pandemia Virale, quello é proprio lo scienziato, non importa quanto pazzo, se dedito alla ricerca del vaccino o alle fortificazioni da assedio, egli va sempre salvaguardato. Dagli scienziati possiamo imparare praticamente tutto, chi segue la scienza ci informa delle linee guida da seguire per evitare il panico e garantire il contenimento del virus. La mascherina va indossata dalle giuste persone, non protegge a priori e deve essere applicata e rimossa correttamente, ad uso singolo, praticamente inutile senza un’adeguata buffer zone.
Illustrazione originale di Cristiano Baricelli
Anch’io ricorrerò alla quarantena preventiva per continuare questo percorso descrittivo della narrativa della paura, ritornando sui temi tecnologici e di progresso, cercheró di descrivere la singolarità adimensionale, fisica e tecnologica, e come é stata fino ad oggi rappresentata, concludendo il principio inesorabile dell’orizzonte degli eventi nel suo secondo e ultimo atto.

ARTICOLO E ILLUSTRAZIONE DI
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