venerdì 20 marzo 2020

E l'Inferno lo seguiva - Retrospettiva di "DOOM" (1993)

Come potevamo iniziare la Doom Week se non parlando del primo capitolo di un franchise così iconico? Un videogioco così popolare e influente da essere stato il software più scaricato in assoluto nel 1995, addirittura più di Windows '95. Un videogioco così rivoluzionario che il suo nome diventò l'epiteto di un genere. Un videogioco così potente sia nel concept che nel gameplay da portare ad essere memorabili la copertina della confezione, la colonna sonora e più in generale tutto l'immaginario che gli sviluppatori hanno partorito con esso. Insomma non solo un videogioco ma un vero e proprio fenomeno culturale degli anni '90, uno dei tanti di quella decade. Dunque a partire da oggi, 20 Marzo dell'anno domini 2020, in occasione dell'uscita di Doom Eternal ripercorreremo la storia di questa saga tanto importante. ''Doom'' è uno sparatutto in prima persona sviluppato originariamente dalla casa produttrice texana Id Software per MS-DOS nel 1993.
Nasce sull'onda del successo del primo sparatutto della Id, Wolfenstein 3D (1992), che è considerato il padre del genere FPS. Appena pubblicato anche Wolfenstein fu a suo modo rivoluzionario e di successo, così il team si dedicò al seguito del gioco mentre il programmatore e co-fondatore, John Carmack, decise di concentrarsi sulla ricerca di nuove tecnologie per il prossimo progetto della compagnia. Il nuovo lavoro Id inizialmente venne concepito come un altro capitolo della serie del platform Commander Keen, successivamente si pensò a un gioco su licenza basato sul film di James Cameron Aliens-scontro finale (1986).
A Carmack l'idea di un gioco dalle tinte horror, come un tie-in del franchise di Alien sarebbe stato, piaceva molto tant'è che aveva anche iniziato le trattative per i diritti con 20th Century Fox. Successivamente però venne accantonata, in favore di maggiore libertà creativa e così come ispirazione per la loro prossima fatica il team ripiegò su Dungeons & Dragons e sulle campagne che spesso facevano insieme in cui schiere di demoni invadevano il mondo di gioco. Invece il nome venne scelto da Carmack, che si ispirava a una frase pronunciata dal personaggio di Tom Cruise ne Il colore dei soldi (1986), di Martin Scorsese. A questo punto il designer Tom Hall scrisse un elaborato documento, ancora oggi reperibile online, che riportava una trama accurata e gli elementi essenziali del nuovo gioco: la ''Doom Bible''. Nella storia pensata da Hall ci sarebbero stati cinque personaggi giocabili, ognuno con le proprie abilità speciali, intenti a combattere un'invasione di demoni in atto sul pianeta Tei Tenga che sarebbe poi andato distrutto. A John Carmack però una trama particolarmente complessa non interessava, ma al contrario voleva un gioco gameplay-driven come il precedente Wolfenstein e ancor più frenetico. Le prime versioni del gioco vennero create ispirandosi alla Bible, però Carmack e il programmatore e desinger John Romero erano comunque concentrati sul realizzare un gioco d'azione il più entusiasmante possibile, e dalle funzionalità in multigiocare innovative per quel tempo.
La Id Software all'uscita di Doom II (1995)
A questo punto la maggior parte della Bible iniziò ad essere completamente ignorata, e venne mantenuta soltanto la premessa della trama. Tom Hall rimase infastidito da queste scelte, e iniziò a presentarsi sempre meno al lavoro per poi essere licenziato. Ispirandosi fortemente all'immaginario horror, in particolar modo alla saga di Evil Dead ad opera di Sam Raimi e all'ambientazione sci-fi di Alien, nacque il Doom che conosciamo oggi. Grazie alle informazioni contenute nel manuale di gioco, e alle pochissime spiegazioni testuali presente in game, ci viene raccontata la storia: in un futuro non meglio definito il giocatore veste i panni di un marine spaziale, il Doomguy, che è stato mandato a lavorare su Marte per la Union Aerospace Corporation's per aver disubbidito agli ordini di un superiore. La UAC si occupa di esperimenti segreti sul teletrasporto volti a creare un ponte tra le lune di Marte, Phobos e Deimos. Un giorno però Deimos scompare nel nulla e i teletrasporti costruiti dalla UAC portano alla luce qualcosa di malvagio. Infatti si crea un passaggio con una dimensione infernale, e centinaia di migliaia di demoni assetati di sangue invadono le basi di Marte e massacrano il personale. Oltretutto i mostri entrano in possesso della tecnologia e degli armamenti della UAC, e si iniziano a fondere con essi. Il Doomguy viene inviato, come membro di una squadra di marine, a investigare su cosa sia successo alle basi UAC su Phobos e Deimos ma tutti i suoi compagni vengono brutalmente uccisi. Rimasto da solo, il Doomguy deve sopravvivere tra i freddi e deserti corridoi delle basi spaziali di Marte mentre letteralmente tutto l'Inferno gli si scatena contro. Impossibilitato ad abbandonare il Pianeta Rosso, il protagonista scopre che la scomparsa luna di Deimos adesso fluttua sopra all'Inferno e capisce che l'unico modo per prevenire l'invasione della Terra è quello di occuparsi egli stesso dell'assalto da parte delle legioni demoniache.
La leggendaria illustrazione per la copertina di ''Doom'', realizzata da Don Ivan Punchatz

  


Per la colonna sonora venne assunto da Id Bobby Prince, che già si era occupato di quella di Wolfenstein 3D. Romero diede istruzioni al compositore su quale fosse lo stile che il team stava cercando per la soundtrack, orientandosi soprattutto verso il trash metal e la techno. Così Prince creò le tracce ispirandosi fortemente ai Metallica, gli Slayer, i Pantera e i Judas Priest. Oltretutto realizzò gli effetti sonori del gioco, basandosi soltanto su brevi descrizioni o sui concept art dei mostri e delle armi. Il successo di ''Doom'' dopo la sua uscita fu travolgente, in breve tempo la sua casa di sviluppo si ritrovò a fare circa 100'000$ al giorno e con i server che permetteva di creare mandò in blocco i sistemi informatici di più università degli Stati Uniti. Per la rapidissima ed esponenziale diffusione del primo capitolo del gioco, ''Knee-deep in the dead'', che al tempo era gratuito Bill Gates valutò di acquisire la Id, per poi decidere di assumerli per fargli realizzare un porting del gioco su Windows '95. Il progetto venne capitanato da Gabe Newell, che sarebbe andato poi a fondare Valve. Data la sua fama, il gioco non scatenò soltanto una sfilza infinita di cloni (tra i quali ricordiamo Duke Nukem, o Shadow Warrior) ma anche una serie lunghissima di porting su altre piattaforme: che vanno dal Gameboy, alla Playstation, al Nintendo 64, all'Atari Jaguar e chi più ne ha più ne metta; tanto da far nascere il meme Can it run Doom?.
''Doom'' però non è diventato celebre esclusivamente per la sua varietà di nemici, di armi o per la sua grande moddabilità; ma venne anche fortemente criticato per il suo contenuto blasfemo ed estremamente violento. Molte organizzazioni religiose lo tacciarono di satanismo per le disturbanti rappresentazioni dell'inferno e per la simbologia satanica che presentava, e venne accusato dall'opinione pubblica di istigare alla violenza. Le controversie esplosero soprattutto quando si scoprì che Eric Harris e Dylan Klebold, che commisero strage del liceo Columbine il 20 Aprile 1999, fossero grandi appassionati del gioco. Harris soprattutto si dedicava a moddarlo, e alcuni dei livelli da lui creati sono giocabili ancora oggi, tant'è che iniziò a circolare una voce secondo la quale i due avessero preparato l'attacco alla loro scuola creando dei livelli basati sulla struttura (la voce però non è mai stata confermata, e tali livelli del gioco non sono mai stati trovati).

Nonostante questo il primo ''Doom'' con i suoi 27 anni di onorato servizio viene scaricato, giocato e moddato tuttoggi, ed è entrato di diritto nella cultura popolare con i suoi demoni sanguinolenti e i suoi riff di chitarra. 

Prima di concludere,  mentre vi godete il nuovo gioco, non dimenticatevi di seguire la settimana tematica dedicata a Doom!

Articolo di Lorenzo Spagnoli

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