Dopo l’immenso, e inaspettato, successo riscosso da Portal,
l’arrivo di un sequel era solo questione di tempo. La Valve Corporation iniziò
lo sviluppo del seguito subito dopo la pubblicazione del primo capitolo e così,
il 19 aprile 2011, Portal 2 sbarcò su Steam, PlayStation 3 e Xbox 360.
Il gioco inizia 50 giorni dopo gli eventi di Portal: la
protagonista, Chell, è temporaneamente risvegliata dallo stato di stasi in cui
si trovava per un controllo di routine sulla sua salute, ma dopo essere tornata
in ibernazione qualcosa va storto e la ragazza si sveglia in un’Aperture
Science ormai in rovine, è infatti lasciato intendere al giocatore che durante
il sonno della protagonista siano passati secoli (se non millenni) e che Chell
sia l’ultima umana rimasta all’interno del complesso di ricerca. La ragazza è
accolta da Wheatley, un impacciato robot intenzionato a fuggire da Aperture
Science con l’aiuto della protagonista, la quale dovrà tornare nelle camere
test con lo scopo di trovare una Portal Gun, necessaria per il piano di Wheatley.
Cercando una via di fuga Chell e il suo nuovo alleato giungono alla camera di
GlaDOS, l’antagonista del primo capitolo, dove è sono ancora presenti i resti
dell’immensa macchina, ma nel tentativo di trovare un ascensore per la
superficie Wheatley la riattiva. GlaDOS riconosce immediatamente la protagonista
e, intenzionata a proseguire gli esperimenti di Aperture Science, la reintroduce
nelle camere test. Durante la sua avventura Chell esplorerà anche le sezioni più
antiche di Aperture Science, dove apprenderà la storia della compagnia e le
origini di GlaDOS grazie alle registrazioni del fondatore, Cave Johnson.
Le differenze con il primo capitolo sono intuibili fin dai
primi minuti di gioco: il motore fisico del Source Engine è utilizzato in
maniera più estensiva, la grafica risulta più curata e pulita, e il design
delle ambientazioni e dei personaggi risulta molto più elaborato; esempio lampante
di ciò è GlaDOS, il cui nuovo aspetto le consente una maggiore espressività e
libertà di movimento nelle animazioni.
Portal 2 reintroduce il classico gameplay del primo capitolo
con alcune importanti aggiunte: i laser sostituiscono le particelle di energia del
primo Portal e consentiranno al giocatore di attivare meccanismi necessari a
completare le camere test; le “Piattaforme di Fede Aerea” catapulteranno Chell
in aria una volta calpestate; infine i gel potranno consentire salti più alti,
movimenti più veloci o rendere le superfici su cui sono spalmati adatte ai
portali sparati dalla Portal Gun.
Non vi è quasi più traccia dell’inquietante atmosfera che
pervadeva il primo capitolo: Aperture Science non è più un centro di ricerca vuoto
e privo di vita, ma un luogo popolato da un innumerevole numero di macchine che
vanno a formare un complesso ecosistema meccanico; l’approccio alla trama risulta,
inoltre, profondamente diverso, infatti la paura, l’ansia e la suspence del
primo gioco sono abbandonati in favore di un’impronta più umoristica,
evidenziato dai personaggi di Wheatley, robot logorroico e incapace, e di Cave
Johnson, che nel gioco è dipinto come un esaltato pieno di sé.
Il tutto è “aggravato” dalla quantità eccessiva di informazioni
sulla storia di Aperture Science fornite al giocatore, che distruggono il senso
di mistero che si era andato a creare intorno alla compagnia nei giochi
precedenti. In poche parole, pur essendo un gioco eccezionale, Portal 2 ignora quell’atmosfera
che aveva contribuito al successo del suo predecessore e della serie di Half-Life
in generale.
Uno dei punti di forza del gioco è senza ombra di dubbio il
doppiaggio: Ellen McLain ritorna come voce di GlaDOS, offrendo una performance
ancor più carismatica (anche grazie alla maggiore libertà espressiva
concessagli dagli sviluppatori); Stephen Merchant, che recentemente ha
interpretato l’agente Deertz della Gestapo in Jojo Rabbit, utilizza il suo
incredibile talento comico per dare vita a Wheatley; infine J.K. Simmons,
riesce a rendere realistico e simpatetico un personaggio assurdo quale è Cave
Johnson.
La colonna sonora, a cura di Mike Morasky, è una delle migliori nel panorama videoludico
degli ultimi anni. Il gioco fa un uso piuttosto estensivo di musica dinamica,
ovvero un tipo di musica che risponde alle azioni del giocatore, aggiungendo
strumenti o intere linee melodiche, mantenendo costante il ritmo del gioco. Punte
di diamante della soundtrack sono senza dubbio le due canzoni di Ellen McLain: Want
You Gone, che accompagna i titoli di coda, e Cara Mia Addio che, sebbene sia cantata
in un italiano piuttosto sgrammaticato, risulta essere molto orecchiabile e
commovente.
Degna di nota è anche la modalità multiplayer
cooperativa, ambientata dopo la storia principale, che vedrà i giocatori
impersonare due robot, P-Body e Atlas, al servizio di GlaDOS. Poiché i portali
utilizzabili sono quattro, e non più due, i test saranno molto più complessi e
stimolanti, ma non eccessivamente difficili da risolvere.
Il giocatore avrà inoltre la possibilità di
creare le proprie camere test e di giocare quelle create dagli altri giocatori,
sia in modalità single player che in cooperativa. Come è facile intuire, sarà
possibile trovare test ben più difficili di quelli presenti nel gioco di base, offrendo
l’opportunità di mettere alla prova la propria intelligenza e abilità di
problem solving.
Portal 2
è tutt’oggi considerato, dai giocatori
e dalla critica, un capolavoro videoludico e per moltissimi è riuscito
non solo
a soddisfare le aspettative, ma anche a superare il suo predecessore.
Sebbene mi trovi d’accordo con la precedente affermazione, non posso
fare
a meno di chiedermi se il gioco sarebbe stato migliore se avesse
mantenuto l’inquietante
atmosfera del primo capitolo. Ciononostante, sono sicuro del fatto che Portal 2
sia uno dei videogiochi migliori a cui abbia avuto la possibilità di giocare e
consiglio, caldamente, a tutti di provarlo.
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