Se esiste una formula per fare breccia nei cuori degli spettatori appassionati di animazione giapponese, Neon Genesis Evangelion (NGE) l’ha sicuramente trovata nella rivisitazione del sacro in chiave robotica e transumanista partendo dall’ipotesi della panspermia, diventando un modello di riferimento del suo genere per qualità narrativa ed espressiva e per la capacità di trattare elementi psicologici e veterotestamentari.
Ricordo ancora quando i primi due episodi di prova su MTV, emittente televisiva musicale, furono lanciati nel 1994. Avevo dieci anni e già intuivo che quelli non erano semplici robot, ma vessilli di una tecnologia fantastica. Dovetti aspettare un anno molto lungo per vedere la serie completa. Ma l’attesa non rovinò le mie aspettative. Nel modo di servire il disegno e fornirlo allo schermo, il maestro Hideaki Anno, di cui abbiamo già precedentemente discusso nell’articolo su Shin Godzilla, insieme allo studio Gainax e al disegno dei personaggi affidato a Yoshiyuki Sadamoto, ci ha donato praticamente un’Opera lirica in televisione sotto forma di anime.
Il modo in cui il robot, ancor prima di essere pilotato comunica in silenzio con il suo pilota, neccessariamente adolescente, é straordinario. Il finale della serie, comprendente 26 episodi, non fu apprezzato da tutti, alcuni inviarono anche lettere minatorie all’autore, motivo per cui la serie continuò con due film successivi: “Death & Rebirth“, sinossi della serie, e “The End of Evangelion”, entrambi nel 1997. In seguito la serie vedrà il suo remake in un intenso reboot, iniziato nel 2007 che si concluderá quest’anno nella sua forma tetralogica.
Illustrazione di Federico Fontana |
La serie inizia fin da subito a citare gli elementi delle mitologie religiose e sicuramente anche il lato apocalittico e la classica sfida tra il bene e il male sono elementi riconducibili a questa categoria, ma il paradigma é ribaltato, cosí come tutta la sua iconografia e filologia: l’umanitá deve difendersi dagli Angeli, esseri dalle sembianza aliene e polimorfiche, che vogliono ricongiungersi con il primo indivuduo della loro stirpe, Adam, per sterminare l’umanitá nella sua forma fisica attraverso un processo istantaneo di smaterializzazione dei corpi e fusione degli atomi che lo compongono in un evento apocalittico denominato Terzo Impatto. Gli angeli sono alla ricerca del loro antenato nelle regioni sotteranee e piú profonde della crosta terrestre, adesso sede del fronte tecnologico dell’umanitá, l’agenzia speciale Nerv, la quale, utilizzando le cellule degli Angeli, ha dato vita alle macchine umanoidi multifunzionali EVA per difendersi dalla minaccia celeste.
Nelle viscere della Terra, nel Teminal Dogma, l’ultimo Angelo antropomorfo, non incontrerà il suo antenato, ma il secondo Angelo, Lilith, progenitrice dell’umanità, crocifissa su di una gigante croce rossa e trafitta precedentemente con la Lancia di Longino; egli volendo materializzare il suo libero arbitrio, decide di lasciarsi uccidere dal protagonista a bordo del suo EVA, divenendo l’ultimo messaggero sacrificale. La minaccia apocalittica non termina qui, perchè, parallelamente, la sezione egemone della Nerv, che lavora nell’ombra, la Seele, in possesso delle famose Pergamene del Mar Morto, ha deciso che l’apocalisse deve compiersi ugualmente e quindi, sarà Adam a ricongiungersi con Lilith per mettere fine alla forma fisica dell’uomo. Paradossalmente questo era il progetto per il perfezionamento dell’uomo: la sua estinzione fisica in un processo escatologico di divinizzazione del protagonista, che a bordo del suo EVA resterá incolume a tutto ció, trovandosi infine, unico essere umano maschio soppravvissuto, capace di dare inizio ad un altro ciclo biblico concludendo il suo processo di evemerizzazione.
Illustrazione di Federico Fontana |
Questo processo di divinizzazione ha radici antichissime, ed é riconducibile alla mistica ebraica e alle teorie esoteriche cabalistiche. Le istruzioni per diventare una divinitá sono racchiuse nel diagramma dell’Albero della Vita, diagramma che compare nelle stanze di comando della Nerv nel disegno di Athanasius Kircher, filosofo gesuita tedesco del XVII secolo, diagramma, le cui geometrie sono presenti anche nello sviluppo bidimensionale del cubo: la croce.
L’Albero della Vita compare in moltissime culture, Yggdrasil nella mitologia norrena ne é un’esempio, secondo l’interpretazione adottata dalla serie, l’albero, proibito da Dio, é il mezzo per liberare l'intero genere umano, eliminando la morte dall'uomo, e liberandolo dal peccato originale e dalla dannazione che lo affligge.
Così come l’immortalità, anche la divinizzazione è soltanto una metafora; la serie ci insegna che è nel Central Dogma che l’umanitá puó anelare a degli scopi piú concreti: l’uso della Scienza, ultimo baluardo contro il fanatismo religioso, manifestazione ultima dell’orrore contemporaneo. È nel Central Dogma della biologia che la Scienza odierna é chiamata oggi ad affrontare la minaccia delle patologie. Il DNA, cosí come la tecnologia informatica del super computer quantistico tripartito denominato MAGI, é un’eterna costante della serie. La spiritualitá non é da meno, gli EVA sono dotati di un’anima, spesso qualla della madre del pilota, e la zona di pilotaggio é essenzialmente un grembo materno. Della mitologia greca é possibile notare l’idea di un luogo ctonio e sotterraneo così come anche il classico conflitto padre-figlio e madre-figlia che si manifestano ripetutamente nello scontro generazionale di ogni epoca.
Il sotterraneo come ricettacolo di verità imperiture non é una novità in letteratura: esiste l’Ade, in Omero e Virgilio, l’inferno dantesco, ed il libro della scala di tradizione araba; luoghi dove incontrare i mostri dell’Abisso, a volte metafora psicologica e rifugio contro i mostri della superficie. Thomas Burnet nella Teoria sacra della Terra, 1681, ha calcolato la quantità d’acqua neccessaria per il diluvio universale, giungendo alla conclusione che parte di essa risiedesse all’interno della crosta terrestre. Lo stesso Athanasius Kircher in Mundus subterraneus, 1665, descrive l’interno del globo, e lo scienziato Hedmund Halley sosteneva nelle Philosophical Transactions, 1692, che l’interno della Terra fosse caratterizzato da tre sfere cave concentriche con diverse velocità di rotazione. La lista potrebbe continuare ancora, per giungere a Jules Verne ed il suo Viaggio al centro della Terra, 1864, e terminare con il ribaltamento odierno dei terrapiattisti: i troll del XXI secolo.
Illustrazione di Federico Fontana |
Con queste premesse sembrerebbe che NGE sia un’opera che pecca in originalità, ma non è così, soprattutto per il modo in cui la minaccia é presentata. Gli Angeli sono diversissimi tra loro, si spazia: dalla taglia mastodontica a quella infinitesimale, sotto forma di virus informatico, dalla forma robotica-antropomorfica a quella puramente geometrico-platonica, dalla forma umana a quella quadridimensionale, dalle modalità di attacco corpo a corpo a quella parassitaria o alla contaminazione psicologica; questa diversificazione stilistica concede alla sceneggiatura preziosi punti di sviluppo della trama in cui fare sfoggio della migliore strategia di difesa. Gli Angeli e gli EVA sono in grado di generare una barriera per difendersi dagli attacchi fisici: l’Absolut Terror Field, un muro invisibile ed impenetrabile, la luce dell’anima, proiezione metaforica della protezione psicologica dell’ego. Anche gli esseri umani ne posseggono uno, ma di lieve potenza, ed è grazie alla distruzione di tutti gli A.T. Field umani che si giungerà alle scene apocalittiche in cui tutte le anime perderanno la percezione della loro esistenza, private, quindi, di una coscienza, la strutture umane collasseranno, fondendosi nell’uovo di Lilith, la Luna Nera, seme che generò la vita nell pianeta e che adesso la reclama. Lo scenario é anticipato dalla pregevole sigla di chiusura, “Fly me to the moon” di Bart Howard, in una delle simbologie astrologiche piú curiose, dove il secondo fuoco dell’orbita ellittica lunare rappresenta il potere inconscio e ribelle dell'emancipazione femminile ed il suo erotismo, l’eterna storia della Femme Fatale.
Chiaramente la serie vuole essere un romanzo di formazione, promuovendo costantemente decine di riti di passaggio neccessari ad una crescita individuale ed ad un cambiamento personale in senso sociale, una ritualitá antropologica riscontrabile nella preghiera che precede il cambiamento verso una condizione di pace e armonia. Lo spettatore dovrà affrontare la piú intensa introspezione psicologica dei protagonisti, cosí come alcune visioni davvero disturbanti al limite della censura preventiva, dovrá decidere cosa é giusto e cosa non lo é attraverso le chiavi di lettura fornite dalla serie, per comprendere davvero quali sono i pilastri della fede e i suoi compromessi.
Se il messaggio nichilista degli Angeli sia giustificabile non è di mia competenza, sta di fatto che con NGE si giunge all’ultima ipostasi della narrativa sacra, dove, da questo momento in poi, nessuna organizzazione mondiale potrà rivendicare alle masse una conoscenza dogmatica delle certezze spirituali attraverso un libro fantasy per il motivo che ogni religione è l’eresia di sè stessa. Con NGE l’eresia è diventata non solo sublime Arte, ma veicolo per la conoscenza delle epoche passate e del loro retaggio che ancora oggi affligge l’umanità. Grazie al ribaltamento del paradigma religioso l’autore ci dimostra definitivamente che se esiste qualcosa di sacro, in senso divino, essa è solo e soltanto la Musica, motivo per cui è stato scelto Bach nelle musiche che compongono la colonna sonora.
NGE è il frutto dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, assaggiatolo, ho deciso di non ascendere al grado divino, almeno non adesso, dal momento che potrebbe accadere nel prossimo luogo da narrare, sebbene più profano, ma ugulamente potente, misterioso ed indescrivibile, e capace di realizzare il nostro desiderio piú recondito e sconosciuto, un luogo senza nome ma non privo di perimetro, un luogo antico dove tutto ha un inizio ed una fine.
Articolo del professor Aaron Rizla presso Miskatonic University (Arkham, Essex, Massachusetts), illustrazioni di Aaron Rizla e Federico Fontana
3 commenti:
Bel commento ad una serie imprescindibile.
Avevo scritto un lunghissimo commenyo... Perdutotutto
Dicevo che forse gli angeli sono gli alieni, ossia noi stessi, venuti dal futuro, per distruggere la specie umana, deleteria e quindi forse succederà proprio questo. Ma non mi va di riscrivere tutto...
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