“Bloody Mary... Bloody Mary... Bloody Mary!”
Queste sono le uniche parole che servono ad eseguire uno dei rituali più famosi di sempre: sto ovviamente parlando di Bloody Mary, presubilmente diffuso tra gli anni sessanta e settanta, ma quanto sappiamo veramente di questa leggenda metropolitana e del misterioso spettro che infesta gli specchi, protagonista di questa leggenda?
"Bloody Mary" (USA, 2006), regia di Richard Valentine |
Non tutti sanno che non esiste solo una versione della leggenda, infatti ce ne sono molteplici e molte anche totalmente diverse tra loro, collegate solamente dal nome e dalla presenza di uno specchio. Una versione riguarda una bellissima donna che amava ammirarsi allo specchio, ma un giorno ebbe un terribile incidente che le sfigurò completamente il viso, e per paura di vedere il suo nuovo aspetto, decise di non specchiarsi mai più.Passò il tempo ed essa divenne sempre più curiosa e un giorno andò diffronte a uno specchio e si vide, rimanendone così distrutta che riuscì ad entrare dentro lo specchio per cercare il suo vecchio volto. Una cosa interessante è che alcune persone teorizzano che la Bloody Mary di questa versione sia una metafora per la pubertà: la paura mischiata con la curiosità di Mary nel vedere il suo nuovo aspetto è riconducibile alle ragazzine che notano i cambiamenti del loro aspetto per via di questa fase delle loro vite.
Un’altra versione narra di una giovane malata di Difterite che cadde in un coma profondo e il padre, convinto che fosse morta, decise di seppelirla. Ma la madre, fiduciosa che ci fosse ancora speranza per la sua amata figlia, legò al polso di Mary un filo legato a una campanella posta fuori dalla bara: se il campanellino avesse suonato, avrebbe significato che Mary era ancora viva. Durante la notte, la madre rimase fuori tutto il tempo e suo marito, preoccupato che le venisse qualcosa per via del freddo ma incapacitato di farla rientrare in casa, le diede un sonnifero. Il mattino seguente, i genitori della ragazza trovarono il campanellino per terra, realizzando che la loro amata figlia era in verità viva. Iniziarono a scavare ma ormai per la povera Mary non c‘era più niente da fare: era morta d’asfissia mentre cercava di grattare via la superficie del coperchio della bara con le proprie unghie, insanguinate e rotte nel tentativo. Il giorno dopo, il padre venne trovato morto nel bagno diffronte allo specchio con un espressione di puro terrore, causato da qualosa che aveva visto nello specchio.
"Ghost Whisperer", stagione 3, episodio 2, "Don't Try This at Home" (USA, 2007), regia di Ian Sander |
Ci sono molte altre versioni diverse della leggenda o del rituale, ad esempio in una Mary è una madre che uccise il suo bambino (nel rito bisogna dire “Bloody Mary, I killed your baby”); in un altro ancora Mary è una donna sospettata di stregoneria uccisa davanti ad uno specchio. Il rituale invece non presenta variazioni così pesanti, infatti in qualunque versione bisogna essere in un bagno buio con solo alcune candele per far luce, e pronunciare una frase che varia in alcune versioni tre o tredici volte (se non dovesse funzionare, bisogna ripeterle nuovamente facendo dei giri su noi stessi). Insomma, di storie legate a questa leggenda ce ne sono a bizzeffe, ma tutte presentano un elemento in comune: lo specchio.
Lo specchio è considerato una sorta di portale per spettri e demoni dell’aldilà, ma è anche un oggetto di divinazione nel quale si possono percepire visioni e informazioni sul passato, presente e futuro. Non a caso si teorizza che la leggenda nacque da un altro rito più vecchiotto (circa gli inizi del XX secolo), nel quale delle giovani fanciulle salivano, al buio, le scale all’indietro tenendo in una mano uno specchio e nell’altra una candela accesa. Dopo aver fatto ciò, nello specchio appariva il volto del loro futuro marito (divinazione, per appunto). Se capitava che al posto del loro futuro coniuge apparisse un teschio, significava che esse sarebbero morte prima di potersi sposare.
"The Legend of Bloody Mary" (USA, 2008), regia di John Stecenko |
Cercando una soluzione più logica dietro il vedere effettivamente qualcosa dentro lo specchio, Giovanni Caputo spiegò in un articolo pubblicato in rete il fenomeno, sostenendo che la percezione umana può giocare brutti scherzi se si fissa un volto in un ambiente al buio: infatti alcuni tratti facciali inizieranno a sparire o a cambiare, mentre potrebbero apparire altri volti ancora più distorti.
Bloody Mary ha avuto un forte impatto mediatico, portando alla realizzazione di diversi film basati su queste figura come il terzo capitolo di Urban Legends o della pellicola del 2006 “Bloody Mary”, ma ha anche ispirato diversi episodi di serie TV come Ghost Whisperer e Supernatural, così come ha ispirato diversi videogiochi come il quinto capitolo di Grim Tales.
Insomma, una leggenda che nonostante sia vecchiotta e smentita da un bel po’, riesce ancora a risultare interessante e una fonte d’ispirazione per diversi autori.
Articolo di Thanasis Gaetano Riela
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