Inizio col dire che ogni appassionato del genere RPG horror non può definirsi tale senza aver sentito nominare almeno una volta queste due sillabe: “IB”. Lettere alquanto note che per gli amanti dei videogiochi horror/avventura giapponesi, stanno a significare niente di meno del titolo di uno dei Giochi forse più conosciuti, pubblicato nel lontano 2012. Nonostante siano passati un bel po' di anni dal rilascio, trovo sia giusto parlare di quest'opera per farla conoscere a tutti i giocatori amanti del genere che fin ora non hanno avuto modo di provarlo. E quale modo migliore per farlo se non un recensione? Quindi, bando alle ciance! Mettetevi comodi, e preparatevi ad entrare nell'arte di “IB”!
Partiamo dal principio. Come detto nell’introduzione, IB è un videogioco d'avventura e horror del genere RPG, sviluppato e creato da Kouri per piattaforma Microsoft Windows. All'interno di esso -come spesso accade in altre opere del genere- impersoneremo una bambina di 9 anni (chiamata per l'appunto Ib) , la quale si recherà assieme ai genitori alla mostra di una nota pittrice. Dopo aver perso i due in una galleria artistica, la protagonista si ritroverà intrappolata nel museo in cui le opere d’arte sembrano prendere vita di punto in bianco, scatenandosi -per sua sfortuna- proprio contro i visitatori ignari. I dipinti iniziano a cambiare. Ci fissano, parlano, si muovono. Scuri, rossi, astratti, ingannevoli. Hanno una sola cosa in comune. Fare del male alla protagonista e a tutti gli altri. L’obbiettivo di Ib sarà quindi quello di uscire da quel posto maledetto assieme alla sua famiglia.
E fin qui tutto normale, vi starete dicendo. Ma non si è mai visto RPG horror con il solo protagonista costretto ad affrontare da solo tutte le disgrazie, giusto? Ebbene, per tenere fede a questo concetto, ecco entrare in scena Garry, un ragazzo più grande di Ib che come lei si è ritrovato intrappolato in quel posto. Durante il loro primo incontro, la bambina gli salverà la vita donandogli una rosa che gli era stata precedente rubata da uno dei dipinti.
Questo fiore -con i suoi cinque petali- rappresenterà inoltre la vita della protagonista. Ad ogni colpo subito, i petali inizieranno a perdersi, facendo arrivare il giocatore al Game Over quando di conseguenza anche l'ultimo si staccherà. Se invece si deciderà di giocare con Garry, la stessa rosa diventerà blu, e i petali saranno dieci anziché cinque. Semplice ma d'impatto, non trovate?
Ma proseguiamo con la storia. Dopo aver incontrato Garry, i due riprenderanno il cammino insieme, finché verso la fine del loro viaggio, conosceranno un altro personaggio fondamentale per la trama. Una bambina della stessa età di Ib, Mary. E se il personaggio di Garry rimane per lo più avvolto nel mistero, Mary verrà presentata come una bambina alquanto bizzarra, infantile e soprattutto intelligente. Per quanto riguarda la trama, direi che mi fermo qui onde evitare possibili spoiler, e passiamo invece ad approfondire tutti gli altri aspetti del gioco.
Il gameplay in se non è affatto complicato, dal momento che le azioni che si possono compiere sono semplici e limitate (camminare, interagire con oggetti e persone e utilizzare l'inventario). Come altri giochi dello stesso genere, per la maggior parte del tempo ci troveremo a risolvere enigmi. Tali enigmi – per esempio trovare un oggetto e capire come utilizzarlo, oppure riuscire ad aprire un passaggio – sono interrotti da alcuni “jumpscare” visivi o solamente sonori. Non mancheranno poi fughe improvvise alternate a momenti di suspense e scene alquanto macabre e disturbanti. Ad ogni modo, vi assicuro che alcune parti vi faranno letteralmente saltare dalla sedia e inquietare non poco, quindi il divertimento non mancherà di sicuro.
Inoltre -cosa non nuova per giochi del genere- avremmo a disposizione ben 8 finali (buoni, cattivi o neutrali) influenzati ovviamente dalle scelte che verranno fatte nel corso del gioco e anche in base al rapporto che verrà a crearsi tra Ib e gli altri personaggi (in questo caso Garry e Mary).
Spendiamo ora due parole sull'ambientazione: nonostante il livello grafico non esattamente eccelso (ma passabile se utilizzato per giochi di questo tipo), le varie stanze del museo riescono a trasmettere un senso di inquietudine (il che gioca sicuramente a suo favore).
Altro fattore degno di nota è la soundtrack, che svolge un ruolo fondamentale nei giochi di questo genere. Diversificate, dolci, malinconiche, tetre ed inquietanti, riescono a enfatizzare alla perfezione tutti i diversi momenti presenti nella trama.
In conclusione, che dire? Consiglio a tutti di tuffarsi in questa opera d'arte, ovviamente!
Articolo di Sharon
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