Originariamente quest’articolo sarebbe dovuto essere una recensione di un episodio della seconda stagione della serie horror per ragazzi “Creeped Out”, “Splinta Claws”, ma, nel momento in cui ho iniziato le ricerche a riguardo, mi son reso rapidamente conto che non vi fosse davvero molto di interessante da dire a riguardo, della serie che basterebbe una semplice sinossi dell’episodio, della durata di appena 20 minuti, ed un commento breve sul cinismo del finale per parlare dell’opera nella sua interezza e, nonostante l’idea della stesura di un articolo lungo appena 5 righe sia piuttosto allettante vista la mia naturale predisposizione antinatalizia, non ritengo che sia degno del vostro tempo e del vostro intelletto. Ho provato a ricercare qualcosa di più, ma, oltre una bizzarra e divertente sinossi su imdb completamente errata e modificata in modo da renderla comica, non è uscito fuori davvero nulla. Così, cercando Babbi Natale robotici e malvagi, ho immediatamente pensato al Babbo Natale robot di “Futurama”, un grande classico, ma che poco ha a che fare con il tema del sito che, nella sua settimana natalizia, vorrei tirar fuori dal circolo vizioso degli articoli della rubrica “Non solo Horror”.
Allora ho pensato di scrivere un articolo che ruotasse attorno alle figure malvagie ispirate a Babbo Natale, dovendo, per motivi di forza maggiore, evitare di nominare il krampus, ma, anche stavolta, non mi sembrava giusto propinarvi i soliti killer da slasher con barba finta e vestito rosso, nonostante sarebbe stato interessante un focus su quello che appare nella serie “Happy!” di Grant Morrison. Proprio in queste ricerche mi sono imbattuto in un bizzarro sito web con un altrettanto bizzarro articolo. Il sito si apre con una scritta rossa che recita “Santa Claus” ed un’illustrazione colorata ed allegra del faccione di quest’ultimo. Nulla di bizzarro, ovviamente. Poi, ecco il titolo dell’articolo: “Il Grande Impostore”.
“Chi, DAVVERO, è quest'uomo che chiamiamo affettuosamente Babbo Natale? Cosa sappiamo DAVVERO di Babbo Natale? Babbo Natale è solo un tipo allegro, innocuo e amichevole? O c'è qualcosa o qualcun altro nascosto dietro al gioioso San Nicola?"; con queste domande si apre l’articolo che, rapidamente, inizia a citare alcuni passi della Bibbia senza, ancora, arrivare alla sua tesi vera e propria. I primi di essi sono dedicati ad una breve panoramica della figura del diavolo, Satana: “E il grande drago fu scacciato, quel vecchio serpente, chiamato il Diavolo, e Satana, che inganna il mondo intero: fu scacciato nella terra e i suoi angeli furono scacciati con lui. (Rivelazioni, 12.9)” e ancora, citando Martin Lutero, “Il diavolo ci affligge e ci tormenta nel luogo in cui siamo più teneri e deboli. In Paradiso, non cadde su Adamo, ma su Eva". La tesi che cercherà, poi, di proporre l’autore, inizierà ad apparire più chiara nel momento in cui, citando alcuni passaggi del Vangelo, Gesù descriverà i bambini come i più teneri e deboli. “Il mito: gli anni dell'adolescenza sono evangelisticamente produttivi. La realtà: se non vengono salvati all'età di 13 anni, probabilmente non lo saranno mai. (Barna 65)” cita successivamente, suggerendo che, il Diavolo, una volta sulla Terra, abbia preso di mira i bambini proprio per la loro debolezza. Un concetto, certamente, non nuovo a qualsiasi amante dell’horror che si rispetti (e non) dati i numerosi film di esorcismi che vedono proprio i più giovani soggiogati del demonio, a partire da “L’esorcista” del '74.
"3615 code Père Noël" (Francia, 1989, regia di René Manzor)
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“Si è più volte detto come, le fondamenta di un bambino, siano modellate sin dai suoi cinque anni, se non prima. Senza dubbio, i primi anni dell'adolescenza o "anni di Babbo Natale" sono tra i più importanti nello sviluppo di una persona. È stato, in effetti, detto: "La mano che fa oscillare la culla controlla il mondo". E credimi… Satana lo sa! Questo ci porta a Babbo Natale… Dove si inserisce Babbo Natale nella vita di un bambino? Che dire dell'insegnamento di Babbo Natale nella psiche di un bambino? C'è di più nel vecchio ed allegro San Nic di quanto non sembri? Babbo Natale è un tentativo intelligente, apparentemente innocuo, subdolo (vedi Genesi 3:1) di mettere in discussione la verità di Dio? Babbo Natale è il braccio destro di Satana? Ricordi la domanda innocua che il furbo serpente pose ad Eva nel giardino? "Sì, ha detto Dio, ...?" Così subdolo... Cosi semplice… Eppure mortale!”
Ora che sappiamo cosa vuole comunicare l’autore, in tutto il suo esaltato sensazionalismo evangelico, passiamo al secondo paragrafo, decisamente più interessante del primo, che vede, invece, una descrizione, sempre attuata tramite numerose citazioni, della figura di San Nicola, colui che avrebbe ispirato il buon vecchio Babbo Natale. San Nicola è un personaggio, effettivamente, circondato da secoli di folklore e leggende e, come l’autore ci ricorda, da numerosi aneddoti: il primo, abbastanza normale, parla di come il santo abbia salvato tre ragazze dalla strada permettendo loro di sposarsi pagandone la dote; il secondo, decisamente più macabro, parla di come un oste sadico abbia ucciso tre ragazzi servendone, poi, i resti ai suoi commensali fino all’arrivo di San Nicola che, nonostante i corpi fossero ormai mutilati ogni ogni limite, fu in grado di riportare in vita i tre giovani e da qui nascerebbe il mito dei regali di San Nicola, Babbo Natale: da donare nuova a vita a donare giocattoli e leccornie in una visione modernizzata e più appetibile all’audience di oggi. Dopo altri aneddoti da varie epoche e la breve storia di come, nel 1863, l’iconografia moderna di Babbo Natale sia nata, si viene ad analizzare come, agli effetti, non vi siano prove tangibili dell’esistenza del santo. Cosa piuttosto divertente se si considera che l’intera religione cristiana si fonda sulla fede incondizionata.
“L'esistenza di Nicola non è attestata da nessun documento storico, quindi non si sa nulla della sua vita se non che, probabilmente, fu vescovo di Myra nel quarto secolo" ("Nicholas, Saint" Encyclopaedia Britannica 99)
“Nicola, Santo (vissuto nel IV secolo), prelato cristiano, santo patrono della Russia, tradizionalmente associato alle celebrazioni natalizie. I resoconti della sua vita sono confusi e storicamente non confermati.” ("Nicola, Santo" Enciclopedia Microsoft Encarta 99)
“Sfortunatamente, si sa molto poco sul vero San Nicola. Innumerevoli leggende sono nate intorno a questo santo molto popolare, ma sono disponibili pochissime prove storiche.” (Del Re, Gerard e Patricia. The Christmas Almanack. New York: Random House, 2004, p. 130)
“Poiché la vita del santo è documentata in modo così inverificabile, Papa Paolo VI ordinò che la festa di San Nicola venisse rimossa ufficilmente dal calendario cattolico romano nel 1969.” ("Babbo Natale", Enciclopedia Microsoft Encarta 99)
Citando poi la mitologa Hélène Adeline Guerber, l’autore sottolinea la somiglianza tra il dio norreno (ergo pagano) Thor e la figura di Babbo Natale: “Thor era il dio dei contadini e della gente comune. Era rappresentato come un uomo anziano, gioviale e amichevole, di corporatura robusta, con una lunga barba bianca. Il suo elemento era il fuoco, il suo colore il rosso. Si diceva che la saetta ed il rombo del tuono fossero causati dal rotolare del suo carro, poiché unico dio a non cavalcare un cavallo, venendo trasportato da un un carro trainato da due capre bianche (chiamate Cracker e Gnasher). Combattendo contro i giganti del ghiaccio e della neve, divenne il dio Yule. Si diceva che vivesse in Norvegia dove il suo palazzo si ergeva tra gli iceberg. Dai nostri antenati pagani era considerato un dio allegro e amichevole, mai intenzionato a danneggiare gli umani, ma piuttosto ad aiutarli e proteggerli.. Il camino in ogni casa era particolarmente sacro per lui, e si diceva che scendesse attraverso esso nel suo elemento, il fuoco." (Guerber, H.A. Myths of Northern Lands. New York: American Book Company, 1895, p. 61)
Ed è qui che si fa menzione del suo bizzarro accompagnatore, Knecht Rupprecht (letteralmente “Aiutante Oscuro”), apparso per la prima volta in una rappresentazione nel 1668 e, rapidamente, condannato dalla Chiesa Cristiana Cattolica nel 1680 come manifestazione del diavolo in persona. Questa macabra figura, dalla lunga barba sporca, armata di frusta per punire i bambini cattivi, è soltanto il primo tassello di un mosaico che dipinge una nuova demoniaca aura attorno al tanto amato Babbo Natale. E, ironicamente, un rimando al piano iniziale dell’articolo, in quanto, Knecht Rupprecht, è il nome del Piccolo Aiutante di Babbo Natale de “I Simpson” di Matt Groening, stesso creatore di “Futurama”, nell’adattamento tedesco della serie.
“A Thomas Nast fu assegnato il compito di disegnare questo Babbo Natale, ma non avendo idea di come fosse, lo rappresentò come una figura vestita di pelliccia, di bassa statura, simile a un troll che aveva conosciuto in Baviera da bambino. Questa rappresentazione era abbastanza diversa dagli alti Sinterklaas olandesi, tradizionalmente raffigurati come vescovi cattolici. Chi disegnò fu l'aiutante oscuro di San Nicola, Swarthy o Black Pete (un nome gergale per il diavolo nell'olandese medievale) [...] Black Pete, il "nonno" del nostro moderno Babbo Natale, conosciuto in Olanda come Zwarte Piet, una versione tedesca del diciottesimo secolo, è - come il suo antico antenato sciamanico - ancora cornuto, vestito di pelliccia, spaventoso e tutt'altro che gentile con i bambini. Sebbene rappresentato come aiutante schiavo di San Nicola, i due sono, in molti villaggi, mescolati in un personaggio. Questa figura ha spesso il nome Nikolass o Klaus, ma ha l'aspetto scialbo dell’Aiutante Oscuro. [...] In alcune messinscene tedesche per bambini, la stessa figura di San Nicola è l’Aiutante Oscuro, un diavolo che vuole punire i bambini, ma è fermato da Cristo” (Renterghem, Tony van. When Santa Was a Shaman. St. Paul: Llewellyn Publications, 1995, p. 95-96, 98, 105)
"Ma alla vigilia di Natale, sia per i protestanti che per i cattolici, arrivò il tedesco Babbo Natale, Pelze-Nicol, che guidava un bambino vestito da Christkind e distribuiva giocattoli e torte, o frustate, secondo quanto riferito dai genitori. Fu questo Pelze-Nicol - un vecchio grasso, vestito di pelliccia, con la barba, dalle cui mani, senza dubbio, ricevette molti regali- che il ragazzo negli anni successivi ci avrebbe presentato come la sua concezione del vero Babbo Natale - un longevo tipetto curioso” (Paine, Albert Bigelow. Thomas Nast: il suo periodo e le sue immagini. New York: Chelsea House, 1980, p. 6)
"Grimm", stagione 3, episodio 8, "Dodici giorni di Krampus" (USA, 2013, regia di Tawnia McKiernan) |
Insomma, il Babbo Natale colorato e bonaccione che conosciamo tutti è in realtà un monaco in nero, trascurato e cornuto che tenta di malmenare i bambini nella notte di Natale. Come ciliegina sulla torta, inoltre, “Nick”, “Nicholas”, “Nicola”, sono nomi comuni per il diavolo in numerose interpretazioni:
“Old Nick: un noto nome britannico del diavolo. Probabilmente deriva dall'olandese Nikken, il diavolo" (Shepard, Leslie A. Encyclopedia of Occultism and Parapsychology. New York: Gale Research Inc. 1991, p. 650)
“Nick, il diavolo.” (Skeat, Walter W. Dizionario conciso di etimologia inglese. Ware: Wordsworth Editions Ltd, 1993, p. 304)
“Diavolo: Oltre al nome Satana, viene anche chiamato Beelzebù, Lucifero [...] ed in discorsi colloquiali, in gergo comune, Old Nick” (Oxford English Dictionary)
“Nicholas è uno dei nomi del diavolo più comuni in tedesco, un nome usato tutt’oggi quando Satana viene chiamato Old Nick.” (Siefker, Phyllis. Babbo Natale, L'ultimo degli uomini selvaggi: le origini e l'evoluzione di San Nicola. Jefferson: McFarland & Company, Inc., 1997, p. 69)
Successivamente l’articolo si dilunga, più del dovuto, su come SANTA sia un anagramma di SATAN (quindi anche l'italiano "santa", buono a sapersi), citando anche gli spettabilissimi KISS come fonte teologica (sì, i KISS, la band) e su come, il maligno, sia spesso rappresentato come un falso re con addosso un vestito con pelliccia simile a quello di Babbo Natale, rosso in quanto ricoperto di sangue, ponendo analogie tra passi della Bibbia e canzoni popolari natalizie. Per completare l’immagine delineata, inoltre, spiega come Thor e Satana siano la stessa figura, essendo entrambi associati al fuoco ed alle capre. Insomma, tutto lascia intendere che Babbo Natale non sia altro che il diavolo in persona, giunto sulla Terra per corrompere i più giovani, assieme alle sue renne, simili a capre, ed ai suoi elfi, gli angeli caduti dal Paradiso, con i suoi falsi doni, rubando le luci del riflettore a Cristo nella notte stessa della sua nascita. Tutto perfettamente plausibile.
Ovviamente una teoria assai affascinante, nonostante molto bizzarra, che, però, si perde nel finale con messaggi di salvezza che invitano i lettori a redimersi dai propri peccati. Per chi fosse interessato, comunque, l’articolo, molto curato nella sua interezza, nella quale è chiara una particolare dedizione bibliografica e di ricerca, può esser letto qui in lingua inglese.
Essendo questo, però, un sito principalmente dedicato al cinema horror, nonostante spesso ce ne si dimentichi, mi sembra doverosa una breve carrellata di film horror che trattano proprio l'argomento di un Babbo Natale malvagio, come da piani originali, senza scendere troppo nei dettagli (altrimenti i prossimi anni saremmo costretti a girare noi i film da trattare a tema): il primo è un classico direttamente dalla Golden Age del cinema slasher, "Christmas Evil - Un Natale macchiato di sangue" ("You Better Watch Out") del 1980 di Lewis Jackson nel suo, sostanzialmente, unico esperimento registico. La trama gira attorno Harry Standling (Brandon Maggart) che, a seguito della realizzazione dell'inesistenza di Babbo Natale impazzirà decidendo di divenire lui stesso il beniamino natalizio, ma con una particolarità: invece di portare regali porterà morte grazie alla sua fedele accetta in una sorta di crociata contro il cinismo e l'ipocrisia della sua società. Un film che, nonostante i suoi mezzi assai limitati, riesce a creare un protagonista tridimensionale in una perfetta commedia horror per il 25.
Altra commedia horror, questa volta del 2010, è quella di Dick Maas, "Sint" dove il buon San Nicola (Huub Stapel) viene tramutato in uno zombi affamato di sangue e carne umana, intenzionato a massacrare e divorare ogni ignaro bambino che gli capiti a tiro ogni qual volta che, la notte del 5 dicembre, capiti una luna piena. Nonostante la recitazione delle volte addirittura snervante di alcuni dei personaggi minori, è consolatorio pensare che, presto, questo ultimi saranno fatti a pezzi da Niklas e dai suoi servi zombi. Si tratta, inoltre, di uno dei film più vicini alla tesi trattata nell'articolo avendo il vero vescovo di Myra nei panni di un mostro sanguinario e non un qualche sociopatico vestito come lui.
L'ultima pellicola è invece la francese, classe '89, "Un minuto a mezzanotte" ("1365 Code Père Noël") di Renè Manzor, opera da poco riscoperta della critica moderna d'oltreoceano e di cui avete già visto diversi screenshot nell'articolo. Di solito associata a "Home Alone" ("Mamma ho perso l'aereo") per la trama, protagonista è il giovane Thomas de Fremont (Alain Must), un bambino ancora convinto dell'esistenza di Babbo Natale che, proprio la notte del 25, rimasto solo a casa, dovrà far fronte ad un sociopatico Babbo Natale (Patrick Floersheim) intenzionato a vendicarsi di sua madre (Brigitte Fossey) che lo ha da poco licenziato. Nonostante inizialmente Thomas penserà di trovarsi dinanzi al vero Santa Claus, quando questi ucciderà il suo cagnolino e minaccerà la sua incolumità, toccherà al ragazzino difendere se stesso ed il nonno Papy (Louis Ducreux) dall'intrusione. Un home invasion dal plot confusionario vecchio stampo, ma fondamentale per l'evoluzione cinematografica di stampo horror della Francia. Tornando alle similitudini con "Home Alone" del 1990, il regista portò il film in tribunale accusandoli di plagio e di aver rifatto il suo film, con le dovute modifiche, senza il suo consenso.
A questo punto, però, essendo Babbo Natale utilizzato come mascotte dalla Coca-Cola, causa della sua fama inesauribile, il dubbio sorge spontaneo: e se anche questa grande società e le sue bevande fossero di matrice diabolica?…
Ok. Lasciamo stare. Dopotutto ho sempre preferito la Pepsi.
Articolo di Robb P. Lestinci
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