Dopo la conclusione dell’era Millennium, con Godzilla – Final Wars, la Toho mise nuovamente il personaggio in ibernazione. Soltanto dieci anni dopo, con il successo di Godzilla del 2014, la Toho decise di iniziare la produzione di un nuovo film: Shin Godzilla.
La regia fu affidata ad Hideaki Anno, creatore di Neon Genesis
Evangelion (è stato infatti realizzato il corto Godzilla vs. Evangelion: The Real 4-D con Shin Ghidorah), e ad un suo amico e collaboratore di vecchia data, Shinji Higuchi, il
quale ha curato gli effetti speciali della trilogia Heisei di Gamera e di Godzilla,
Mothra and King Ghidorah: Giant Monsters All-Out Attack.
Il film, come il termine Shin (traducibile con Nuovo) lascia
intendere, è un reboot della serie, che si discosta notevolmente dallo stile dei
film precedenti, preferendo un approccio più “realistico” e ritornando alle
radici di Godzilla.
Il protagonista è il vice capo segretario del Gabinetto del
Giappone, Rando Yaguchi, convinto che il crollo della Tokyo Wan Aqua-Line sia
stato causato da una qualche specie di creatura gigante. Nonostante i dubbi dei
suoi colleghi, la teoria di Yaguchi si dimostra veritiera quando un’enorme coda
fuoriesce dal mare nelle vicinanze di Tokyo e l’enorme creatura a cui essa
appartiene giunge sulla costa, seminando il caos per la città e uccidendo
numerosi civili. Prima di ritornare in mare l’essere, inizialmente simile ad
una gigantesca lucertola, subisce una mutazione, assumendo una postura eretta. Grazie
all’aiuto di un’inviata speciale degli Stati Uniti, Kayoko Ann Patterson, Rando scoprirà che la creatura, battezzata Godzilla, è nata a causa delle radiazioni nucleari
e che questa è in gradato di mutare e adattarsi a velocità incredibili, nonché
di riprodursi asessualmente. Grazie all’aiuto del Governo Giapponese e degli USA,
il protagonista dovrà quindi trovare il modo di fermare Godzilla.
La prima forma di Godzilla |
L’indugiare del film sulle scene con personaggi umani e la
meticolosità con cui vengono descritti gli astrusi processi burocratici, a sfavore
della presenza del mostro sullo schermo, sono stati spesso oggetto di critica; c’è però da dire che il fulcro di Godzilla del 1954 non è mai stato il mostro,
ma gli umani, la loro ottusità e la tragedia di Hiroshima e Nagasaki.
Analogamente Shin Godzilla si configura come una critica all’apparato burocratico
giapponese, senza però dimenticare i temi del film originale: il fantasma della
bomba atomica è infatti rievocato dalla proposta di utilizzare armi termonucleari per uccidere
il mostro, rendendo però inabitabile la città di Tokyo.
Rando Yaguchi |
Anche Godzilla, come personaggio, ritorna alle sue origini:
non è più, come accadeva nei film precedenti, un alleato dell’umanità, un’arma
utilizzabile contro il mostro gigante di turno, è un’incarnazione della natura,
uno spettro degli errori dell’umanità; non è solo il carnefice, ma è anche la vittima.
La scena in cui Godzilla usa per la prima volta il suo raggio atomico è emblematica
di tutto ciò che è stato detto precedentemente: non vi è più l’eroismo del film
del 2014 o la stravaganza di molti film delle altre ere, ma puro terrore mentre
le strade di Tokyo vengono devastate e il mostro resta fermo, in agonia, all’epicentro
del disastro.
Gli effetti speciali sono un altro punto di forza del film,
in particolare Godzilla che, per la prima volta nella storia dei film di Godzilla
della Toho, è stato realizzato interamente in CGI, ma che grazie ad un utilizzo
magistrale degli strumenti a disposizione di Higuchi, riesce a sembrare un enorme
costume indossato da un attore.
La colonna sonora è un miscuglio omogeneo di tracce storiche
della serie e di nuove musiche, in cui il tocco di Shirō Sagisu, compositore
della soundtrack di Evangelion, è molto evidente, con melodie e orchestrazioni che
richiamano spesso e volentieri quelle della musica classica, conferendo una
certa solennità alle scene in cui sono impiegate, e remix di tracce dell'anime di Anno.
Shin Godzilla è senza ombra di dubbio uno dei migliori film
della serie e forse il miglior reboot possibile di quest’ultima, un must sia
per i fan di vecchia data e coloro che vogliono approcciarsi al genere.
Nessun commento:
Posta un commento