Nel Giappone del secondo dopoguerra la misteriosa sparizione di navi al largo della costa spinge le autorità ad investigare sull'accaduto. Dopo aver scartato l'ipotesi di un vulcano sottomarino e quella di un attacco milirare, si scoprirà che la causa di tutto ciò è un superstite dell'era dei dinosauri risvegliato dai test della bomba ad idrogeno effettuati sul fondale marino e mutato grazie alle radiazioni assorbite. Il mostro attaccherà prima la piccola isola di Oda per poi dirigersi verso Tokyo, seminando distruzione e caos lungo il suo cammino.
Il fantasma della bomba atomica è onnipresente e sembra quasi concretizzarsi nella figura di Godzilla: un mostro nelle vesti di carnefice pronto a distruggere l'umanità per i suoi peccati; ma anche un'animale, una vittima della stupidità umana. Godzilla non è altro che una manifestazione della natura, tormentata dall'uomo, pronta a ristabilire l'equilibrio ed eliminare il cancro che la affligge. Ironicamente il vero mostro non è il lucertolone, ma l'umanità stessa.
La colonna sonora di Akira Ifukube, sebbene non troppo impressionante dal punto di vista dello stile (sempre considerando l'anno di pubblicazione del film), rimane tutt'oggi iconica e eternamente associata al genere Kaiju.
Nel 1956 il film, rinominato Godzilla, King of the Monsters!, è stato distribuito anche negli Stati Uniti. Naturalmente sono state apportate numerose modifiche, la più evidente delle quali è l'introduzione del giornalista statunitense Steve Martin, che ripercorre le prime vicende del film sottoforma di flashback e agisce da protagonista della seconda parte lungometraggio.
Nel 1957 il film giunse anche in Italia, ma la versione più interessante è senza dubbio quella del 1977 di Luigi Cozzi, conosciuta comunemente come Cozzilla (sebbene il titolo sia Godzilla: Il Re dei Mostri). La pellicola utilizza un poco efficace sistema di colorazione delle immagini e aggiunge 20 minuti di filmato, utilizzando filmati di repertorio e spezzoni di altri film di fantascienza; inoltre durante le proiezioni fu utilizzato un sistema audio denominato Futursound, che faceva tremare le poltrone della sala quando il mostro si muoveva.
Godzilla è il capostipite di un genere, un film sicuramente datato ma dotato di uno charme eterno, che merita di essere visto almeno una volta nella vita.
Articolo di Sergio Novelli
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