Capitalizzare ulteriormente su Half-Life 2, a seguito del
suo enorme successo, sembrò quasi un obbligo per la Valve: le possibilità di
guadagno erano immense, i fan volevano una continuazione della storia e questa
era l’opportunità perfetta per sperimentare con i contenuti episodici. L’idea
era quella di riutilizzare il motore grafico e gli asset di Half-Life 2 e
rilasciare giochi più brevi e meno costosi, ma con una maggiore frequenza.
Valve iniziò quindi lo sviluppo di tre episodi, delegando la creazione dei
successivi ad altre compagnie, come Arkane Studios e Junction Point.
Il 1º giugno 2006 Valve pubblicò Half-Life 2: Episode One,
con più di un anno di ritardo, segnando un pattern che sarebbe stato molto
comune per le successive release.
Il gioco riprende dalla fine di Half-Life 2: il generatore
ad energia oscura della Cittadella è esploso con Alyx Vance ancora nelle
vicinanze, il tempo e fermo e Gordon Freeman è in custodia del G-Man;
improvvisamente dei Vortigaunt di un inusuale colore viola appaiono dal nulla,
salvando Alyx da morte certa, bloccando il potere del G-Man e,
conseguentemente, liberando Gordon. Il protagonista, risvegliatosi e riunitosi
con Alyx, dovrà rientrare nella Cittadella per ritardare l’inevitabile fusione
del suo nucleo e, in seguito, fuggire da City 17, il tutto affrontando le
rimanenti forze armate Combine.
Trattandosi di un contenuto episodico, Half-Life 2: Episode One
introduce poche, ma ben accette novità: la possibilità di riprogrammare le Rollermine
ed usarle per uccidere i nemici, lo Stalker, una sorta di cyborg rachitico che
attaccherà il giocatore con un raggio laser e lo Zombine, una versione zombi
del soldato Combine, che si lancerà in veri e propri attacchi kamikaze contro
il giocatore.
La soundtrack, curata ancora una volta da Kelly Bailey, risulta,
contro ogni aspettativa, ancora migliore di quella di Half-Life 2, con tracce
più adatte al gameplay più veloce e movimentato di Episode One.
Si rileva inoltre uno shift di focus del gioco: se Half-Life
2 era prettamente focalizzato sul gameplay, in Episode One l’ago della bilancia
pende molto di più verso la narrativa; inoltre il gioco pone particolare enfasi
sulla collaborazione tra Gordon e Alyx, la cui intelligenza artificiale risulta
incredibilmente migliorata, permettendole conseguentemente di rispondere
dinamicamente alle azioni del giocatore, degli altri personaggi e dei nemici. Nonostante
ciò, la costante presenza di un altro personaggio al nostro fianco andrà a
ridurre il fattore horror del gioco e a rovinare l’atmosfera solitaria che
aveva caratterizzato i capitoli precedenti.
Episode One non presenta nuove ambientazioni, o meglio, non
saranno presenti ambientazioni che non sanno di “già visto”: il giocatore
esplorerà nuove aree della Cittadella e di City 17, ma queste riutilizzeranno
sempre asset già presenti in Half-Life 2, come conseguenza della scelta dell’impostazione
episodica.
Altra nota di demerito è la durata: Episode One può
facilmente essere finito in poco meno di tre ore, cosa che sarebbe stata giustificata
se il gioco fosse uscito nel 2005 come originariamente promesso dalla Valve, ma
che effettivamente può essere interpretata come il risultato della pigrizia della
compagnia.
Half-Life 2: Episode One può quindi essere visto come un
prologo, un “teaser” delle avventure successive di Gordon e che, nonostante i
suoi pregi, sembra essere un semplice punto di raccordo tra le vicende di Half-Life
2 e quelle di Episode Two: un’altra conseguenza della scelta del modello
episodico.
È stata
quindi una scelta giusta? Episode Two ci potrebbe far sperare in un sì come
risposta, ma l’assenza di Episode Three alimenta ancora questo dubbio.
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