lunedì 26 agosto 2019

Tra le braccia della Bestia - FrightFest 2019 Day Four

Il quarto e penultimo giorno del FrightFest (qui i precedenti) ha donato alcune piacevoli sorprese in attesa del gran finale, tra patti demoniaci, antiche sette ed entità bramose di sangue:

Spiral
World Premiere
Se "Get Out" trattava il razzismo verso gli afroamericani utilizzando l'horror, "Spiral" usa lo stesso media per denunciare l'omofobia e mostrarne gli orrori riuscendoci ampliamente con una storia interessante, accattivante e ben realizzata, capace di porre dubbi nella testa dello spettatore e di fargli provare in prima persona le ansie e le paranoie del protagonista. Nonostante le similitudini col film di Pelee, però, il film di Harder se ne distacca decisamente, risultando assai più pesante e trattando il tema con una serietà ed una drammaticità maggiore, non cadendo in cliché come spesso accade, e donando il tutto di un personaggio principale, come già detto, capace di far empatizzare lo spettatore.

Quest'ultimo, (un assai espressivo Jeffrey Bowyer-Chapman) è uno scrittore omosessuale che si é trasferito assieme al marito ed alla figlia di quest'ultimo in un paesino americano in cerca di tranquillità, finalmente decisosi a lasciarsi alle spalle il trauma che lo ha segnato a vita. Tutto sembrerà andare per il meglio per la famiglia fin quando strani avvenimenti non inizieranno a susseguirsi...

Il regista Kurtis Ravid Harder muove la camera con abilità e crea una storia, co-scritta e prodotta da Colin Minihan ("What Keeps You Alive", "Its Stains the Sands Red"), assolutamente inquietante ed ansiogena, con alcune sequenze prettamente horror e di grande impatto grafico ed emotivo non da poco. Ogni dettaglio è, inoltre, motivato e va a formare una grande immagine d'insieme perturbante che vi resterà assolutamente in testa anche dopo essere usciti dalla sala.

Witches in the Woods
World Premiere
Jordan Baker dirige con abilità estrema e con giochi di camera di alto livello un horror banale e mal recitato, con una scrittura debole ed una recitazione praticamente approssimativa capace solo di far ridere nei momenti meno opportuni invece che di convincere lo spettatore. Una pellicola che, come troppe volte accade, eccelle tecnicamente, ma che fallisce miseramente nel suo intento a causa di una scrittura non all'altezza e di attori non esattamente capaci.

Protagonista di questo fiasco visivamente accattivante è Jill (Hannah Kasulka), un'ingenua, testarda, infantile ed assai odiabile ragazza in vacanza con il suo fidanzato (Craig Arnold), il suo amante (Corbin Bleu), la migliore amica (Sasha Clements di cera) ed alcuni loro amici per niente caratterizzati che servono solo ad aumentare il bodycount e di cui non sono nemmeno sicuro vengano detti i nomi prima che vengano urlati a seguito delle loro quasi ridicole morti assai casuali in una serie di sfortunati eventi degni di un Final Destination.

La ragazza posseduta é assolutamente ridicola prima che il makeup prenda il possesso del suo volto poco sveglio e del suo sguardo da pesce lesso più adatto ad una drogata insonne che ad una succube del demonio. Oltre alla buona regia, infatti, anche gli effetti pratici sono degni di nota, così come la fotografia.

Eppure ciò non riesce a salvare un film insulso che finisce nel grosso calderone di filmetti horror godibili e dimenticabili. 

Daniel Isn't Real
Adam Egypt Mortimer dirige un assolutamente fantastico horror psicologico ispirato al romanzo "This Way I Was Saved" di Brian DeLeeuw che tratta il tema della schizofrenia come una vera e propria malattia che divora una persona, avendo, però, una non certa svolta paranormale che rimischia le carte in tavola, donando allo spettatore la scelta di decidere quale sia la sua realtà.

Protagonista del film, a differenza del libro, é Luke (Miles Robbins), tormentato dal suo sadico amico immaginario Daniel (Patrick Schwarzenegger) e costretto a convivere con le sue continue richieste di sangue e violenza.

Un thriller psicologico che ben presto diventa un horror dalle tinte cosmiche (di cui il nostro Donato potrebbe parlare tranquillamente, avendo già trattato numerose volte il tema) con alcune visuali di forte impatto e che omaggiano film come "La cosa" di John Carpenter o "Event Horizon".

Anche in questo caso, però, non approfondiamo, nonostante si potrebbe, e si dovrebbe, in modo da riservare alla pellicola una meritata recensione dedicata.

Ready or Not?
Una commedia horror splatter e che trasuda ansia diretta da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett che tratta le vicende della sventurata Grace (la bellissima australiana Samara Weaving che si sta imponendo sempre di più nelle produzioni ad alto budget del genere), costretta a sfuggire dalla famiglia del neo-sposo assetata di sangue a seguito di uno sfortunato rito d'iniziazione che riguarda un vecchio patto con Satana stesso.

Dissacrando quella che é la ricca borghesia americana, il film risulta estremamente intrattenevole, non finendo mai per risultare pesante e senza mai prendersi effettivamente sul serio, pur donando alcune scene di violenza esplicite dal forte impatto.

La Weaving, versatile al massimo, dimostra nuovamente di recitare a suo agio ricoperta di sangue e ruba letteralmente la scena ad ogni altro membro del cast anche ridotta come uno straccio gettato in una vasca di sangue.
Potete trovare tutte le altre recensioni del FrightFest di quest'anno qui e, mi raccomando: se vostro marito, o vostra moglie, vi propone un gioco inaspettato a mezzanotte assicuratevi che, nella storia della sua famiglia, non vi siano antichi patti con il demonio.

Sapete, é una persona di parola. Ed il sangue dalle mura non se ne va.


Ve lo assicuro.


Articolo di Robb P. Lestinci

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