"L'uomo della sabbia" é un film televisivo italiano del 1981 diretto da Giulio Questi come parte della serie-contenitore della RAI "I giochi del diavolo" che traspone con fedeltà il racconto "Der Sandmann" di E.T.A. Hoffmann del 1815, raccolto nei "Notturni"(ispirazione anche del sinistro cortometraggio "The Sandman" di cui abbiamo parlato qui).
Protagonista del film é Natanielo (Donato Placido), ossessionato dal passato e dall'omicidio di suo padre per mano del suo assistente Coppelius, che da piccolo pensava fosse la creatura folkloristica del Sandman, un ladro di occhi notturno, e dal paranormale, al punto da divenire così paranoico e fissato da spaventare la sua promessa moglie Clara (Francesca Muzio). Allontanatosi da lei, busserà alla sua porta il misterioso Coppola (Mario Feliciani) che gli ricorderà di Coppelius prima che incontri una splendida ragazza che però sembra avere qualcosa di strano che turba le altre persone.
Così come il racconto originale, citato da Sigmund Freud nel saggio "Il perturbante", il film genera il sentimento del sinistro (concetto prima individuato da Ernst Jentsch e poi sviluppato dallo stesso Freud con l'aggettivo tedesco "Das Unheimliche"), un sentimento diverso dalla paura ma ad esso assai affine che nasce nel momento in cui sperimentiamo qualcosa di familiare, ma allo stesso tempo estranea, generando ansia a causa dell'estrazione e della confusione che ne consegue. Il sinistro é ciò che, in sostanza, ci rende spaesati ed é la causa per cui troviamo inquietanti automi, statue i bambole che ricordano gli umani, pur non essendolo, generando quell'effetto definito "Uncanny Valley".
Proprio un'automa é al centro della storia della pellicola, generando un senso d'inadeguatezza ed ansia ogni volta che che appare sullo schermo.
Il tema degli occhi, parte anche della storia folkloristica del Sandman, che ritorna e porterà poi alla follia il personaggio centrale venne interpretata da Freud come la paura della castrazione.
Schema dell'Uncanny Valley |
Natanielo é un personaggio estremamente problematico, narcisista, fiero di sé e delle sue idee, che non riesce a lasciar andare il passato e lo rivede ovunque, arrivando a divenire un lunatico paranoico, soffrendo probabilmente di post traumatic stress disorder, così alla ricerca di cose che non ci sono, da non rendersi realmente conto della follia con cui ha a che fare. Vediamo tutta la scalata della sua pazzia fino al tragico finale.
Coppelius, invece, é letteralmente il deus ex machina della pellicola, un sinistro presagio che torna nella vita del ragazzo muovendone indirettamente le fila, una figura quasi mefistofelica, come se fosse egli stesso incarnazione del Maligno se non dello stesso Sandman, cosa non del tutto improbabile. Secondo alcuni critici non va inoltre considerato come un personaggio fisico, ma più come un'entità incorporea, una metafora dell'oscurità interna del protagonista.
Insomma, non é altro che un oscuro riflesso dei suoi occhi.
Articolo di Robb P. Lestinci
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