sabato 31 agosto 2019

Nella mente dello psicopatico (Intervista a Miguel Ángel Martín)

Miguel Ángel Martín è certamente uno dei nomi più discussi del fumetto underground europeo, nonché il più censurato, grazie alle sue opere completamente senza filtri e fuori dagli schemi come "Total Overfuck", "Brian the Brain" ed il più recente "Cannibal Holocaust 2" scritto da Ruggero Deodato in persona, tutti pubblicati in Italia dalla NPE.

Eppure, lo "psicopatico spagnolo", molto cordialmente, è stato disposto a rispondere ad alcune nostre domande ed a fornirci il suo cortometraggio "Snuff 2000" di cui leggerete prossimamente la recensione.
Senza ulteriori giri di parole, eccovi l'intervista completa:


Q: Ciao! Grazie mille per aver accettato l'intervista!

Non so se ricordi, ma ci siamo incontrati più volte in fiera, l'ultima delle quali a Lucca 2018, ergo è doppiamente un piacere ospitarti sul sito! 
A: Ciao Robb! È un vero piacere fare l'intervista, mi piace il tuo sito, complimenti!!
Q: Iniziamo con la prima domanda: 
Quali pensi siano stati i fumetti più segnanti degli ultimi 50 anni? Quelli che consiglieresti a chiunque, insomma.
A: Non credo di poter fare una valutazione perché non leggo molti fumetti. A dire il vero non ne sono mai stato un vorace lettore. Sono stato, e ancora lo sono, lettore di romanzi, ma i fumetti sono sempre stati per me una lettura in più, mai la principale. Nonostante ciò, ecco alcuni autori che sono stati per me un grande punto di riferimento come disegnatore:
Disney, Floyd Gottfredson (faccio anche i complimenti ai disegnatori italiani della Disney, che ho scoperto solo recentemente su "Don Miki"), George Herriman, Benito Jacovitti (per me un vero artista come Herriman, non un semplice disegnatore) Will Eisner, Moebius. Altri autori che non mi hanno influenzato ma che comunque mi piacciono molto sono: Robert Crumb, Charles Burns, Suehiro Maruo, Mattioli, Maicol&Mirco ed il giovanissimo David Genchi. Inoltre, adoro il genere "dark weird fantasy" che ho scoperto grazie a Michele Nitri (editore di U.D.W.F.G.) in quanto fumetto allo stato puro. Pochi testi, ma narrazione e personaggi liberi.
Q: I tuoi fumetti sono molto forti, sia a livello visivo che di temi trattati: quali sono state le più aspre critiche che hai ricevuto per questo?
A: La peggiore di tutte è stata, senza dubbio, il famoso sequestro del 1995 da parte della procura di Cremona.
Ogni volta che mi chiedono di parlare di censura lo dico sempre: sono molto grato, e ringrazio ancora, la Procura per tutta la pubblicità gratis che mi ha fatto! (ride).

Q: "Total Overfuck" é assolutamente malato e folle, quali sono state le tue maggiori ispirazioni?
A: Le tre influenze principali sono state, sicuramente, la tecnologia, la scienza e la pornografia. Per quanto riguarda, nello specifico, "Psychopathia Sexualis" l'ispirazione primaria viene dagli WhiteHouse, band inglese power electronics. Quasi tutti i titoli, infatti, sono presi da dei loro brani. L' edizione inglese, inoltre, è stata editata dello stesso William Bennett con la prefazione dello scrittore Peter Sotos, due membri del gruppo insieme a Philip Best. C'è, poi, un altro brano che mi è stato di grande ispirazione, un pezzo del musicista elettronico italiano Maurizio Bianchi intitolato "Neuro Habitat" (dal quale ho preso il titolo per il mio fumetto omonimo).
Q: Di recente per la NPE hai pubblicato "Cannibal Holocaust 2" di Ruggero Deodato: come é stato lavorare al fianco di un maestro del cinema come lui?
A: È stata una bellissima esperienza! Far lavorare insieme il "cannibale italiano" e "lo psicopatico spagnolo" è stata una bella idea di Nicola Pesce. Nicola mi ha spedito la sceneggiatura di Cannibal Holocaust 2 ed io l'ho illustrato liberamente. La mia idea era quella di farlo sembrare uno story board, dando più importanza all'azione e alla violenza piuttosto che all'ambientazione. Non volevo che il lavoro sembrasse una rappresentazione grafica della giungla in stile National Geographic (ride).
Poi, incontrare Ruggero di persona e firmare insieme copie del libro a Lucca a stato un vero onore e piacere per me.
Q: Partendo proprio da Deodato: qual é il tuo rapporto con il cinema horror?
A: "Cannibal Holocaust" è uno dei miei film preferiti, insieme a "Salò o le 120 giornate di Sodoma".
A parer mio sono i due film più violenti e trasgressivi della storia. Sono entrambi film referenziali e influenti senza essere propriamente né horror né fantasy, ma fanno comunque sembrare "Arancia Meccanica" un cartoon (ride). Comunque, il cinema horror è sicuramente il mio genere cinematografico preferito, da Roger Corman a Eli Roth, passando per Jacques Turner, Mario Bava, i film della Hammer, John Carpenter, Craven, Romero, Fulci o Jess Franco... E naturalmente David Cronenberg che insieme a Sam Peckinpah (il mio regista preferito di tutti i tempi) è stato per me un vero punto di riferimento artistico. Inoltre, non sono un grande ammiratore di Kubrick. Ha girato dei bellissimi film, però, secondo me, non è un vero e proprio artista, ma un regista che ama gli esercizi di stile, più interessato alla forma che alla sostanza . Come diceva Charles Bukowski: "Quando scompare lo spirito, appare la forma".

Q: Se potessi traslare in fumetto un qualsiasi personaggio o universo della cinematografia dell'orrore quale sarebbe e come lo renderesti?
A: Non lo farei affatto, perché ho già i miei personaggi, che siano in fumetto o su pellicola,  come, ad esempio, in Snuff 2000 (mediometraggio diretto da Borja Crespo e scritto dallo stesso Martin del 2002 ndr).
Q: Hai qualche altro progetto in cantiere? Puoi dirci qualcosa?
A: Certo, sti disegnando adesso la mia nuova graphic novel "Saphari", mentre il mio editore spagnolo pubblicherà a breve "El Tarot de Miguel Ángel Martín", con prefazione del geniale Fernando Arrabal (Membro del gruppo "Pánico" insieme al disegnatore Topor e a Jodorowsky).

Q: Ultima domanda, quali pensi siano le più grandi difficoltà per un fumettista in questi anni? Che consigli daresti per superarle?
A: Il mercato, il mondo, tutto è cambiato tantissimo. Quando ho cominciato a pubblicare fumetti l'ho fatto sulle riviste spagnole di quei tempi, come Zona 84, Totem, Makoki, El Víbora. Quasi tutta la mia produzione è stato pubblicata così, su commissione. Oggi non ci sono riviste, quindi i metodi per pubblicare i propri lavori professionalmente (e venendo, quindi pagati) sono molto diversi. Credo che questa domanda debba essere fatta ai disegnatori più giovani.
Q: Grazie mille per la disponibilità!
A: Grazie a te per il tuo interesse!

Intervista ad opera di Robb P. Lestinci, trascrizione di Andrea Gentili

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