Nel mondo del cinema vi sono numerose leggende, alcune delle quali hanno a che fare anche con il paranormale, ma non tutte c'entrano coi film horror.
"Tre scapoli e un bebè" ("Three Men and a Baby") è una commedia del 1987 diretta da Leonard Nimoy (proprio lo Spock della serie originale di "Star Trek" e regista di "She'll Be Company for You", parte della serie antologica horror "Night Gallery", di cui avremo luogo di parlare largamente in futuro) e nasconde uno dei miti più longevi della storia di Hollywood.
In una delle scene, quella in cui Jack Holden (Ted Danson) parla con sua madre (Celeste Holm) camminando per casa, del tutto fuori luogo appare quello che sembrerebbe un bambino seminascosto dietro le tende di una finestra.
L'apparizione, inquietante e senza contestualizzazione alcuna, ha generato una serie di voci attorno al film, che sono andate avanti nel corso dei decenni, venendo trattate ancora nel 2017 nella trasmissione di Jimmy Kimmel.
Secondo la leggenda, nell'appartamento in cui è stata girata la scena, un bambino di 9 anni si è suicidato, o comunque è morto per incidente, con un fucile, suggerito da come, nella scena subito dopo, al posto del bambino, si vede la forma di un fucile. Altre versioni non specificano le cause della sua prematura morte, invece. A quanto si dice, la madre avrebbe riconosciuto il figlio e avrebbe tentato invano di contattare gli studios per la rimozione della scena mentre, sempre secondo altri, riconoscendo non solo la casa, abbandonata dopo l'evento e quindi affittata a bassissimo costo alla casa di produzione a causa dell'impossibilità di venderla per la sua tragica storia, ma anche il vestito con il quale era stato sepolto il bambino, la donna sarebbe impazzita essendo tutt'ora in una casa di ricovero non essendosi mai ripresa dallo shock.
Inutile dire che tutto ciò è falso.
Dietro le tende c'è in realtà un cartonato di Ted Danson con uno smoking e un cappello a cilindro, apparso precedentemente nella pellicola, dimenticato probabilmente lì senza che se ne accorgessero. Sembra più piccolo a causa della prospettiva e i tratti sono sfocati in quanto la camera non si focalizza su di esso, ma basta affiancare le due scene per rendersi conto che il presunto fantasma sia in realtà lo stesso standee pubblicitario che utilizzava il personaggio nel film.
Per distruggere ancor di più la storia, nel film non venne usata alcuna vera abitazione, ma venne girato internamente all'interno di alcuni studios a Toronto. Insomma, nessun bimbo fantasma e nessuna madre in alcun vortice di follia.
E così, per una svista sul set ed una mancata messa a fuoco, una commedia innocente diviene un horror e un luogo nemmeno davvero esistente luogo di tragedia, qualcosa di cui parlare nelle notti buie per generare sconforto e far scorrere un brivido lungo la schiena.
Dopotutto, come si suol dire, l'orrore è negli occhi di chi guarda.
Articolo di Robb P. Lestinci
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