"Go and Get It" è una commedia horror muta americana del 1920, diretta da Marshall Neilan (marito della star Blanche Sweet, una delle prime dive di Hollywood).
La pellicola gira attorno a Helen Allen (Agnes Ayres), giovane ereditiera giornale del padre, ed al reporter Kirk Connelly (Pat O'Malley), stufo della sua scarsa fama, alle prese con dei misteriosi omicidi perpetrati da un gorilla con il cervello di un serial killer, Ferry (l'ex boxer italoamericano Bull Montana, pseudonimo di Luigi Montagna, noto per il suo ruolo, sempre scimmiesco, in "Il mondo perduto" del 1925).
Nonostante le ottime recensioni che ricevette all'epoca, principalmente per la performance di Bull Montana come l'intimidatorio assassino gorilla, il film venne perduto e non fu mai più visto.
Ora, sia chiaro, ciò era quasi una prassi nei primi anni del cinema: le pellicole erano conservate in condizioni precarie, destinate a deteriorarsi, e spesso venivano gettate via con facilità se serviva spazio. Non esistevano ancora mezzi per vedere film in casa ed i collezionisti erano ancora interessati ad altro. Insomma, é un miracolo se non tutti i film siano andati persi o distrutti, ad esser schietti.
Ci si é potuti fare un'idea di come fosse la pellicola solo grazie ad articoli, recensioni e testimonianze, ed al remake, in realtà assai differente, "The Monster and the Girl" di Stuart Heisler del 1941.
Quest'ultimo parla infatti di Susan Webster (Ellen Drew), un'aspirante attrice presa sotto il mirino del gangster Bruhl (Paul Lukas), soccorsa dal fratello Scot (Phillip Terry), ucciso, però, dagli uomini del malvivente. Il cervello del ragazzo verrà sorprendentemente salvato dal folle dottor Perry (George Zucco) che, piazzandolo nel corpo di un gorilla, darà vita ad una perfetta macchina vendicativa.
Insomma, la sola similitudine sta nel concetto di un cervello umano in un corpo di gorilla per mano di un folle scienziato. Anche la qualità che si dice contraddistingua l'originale qua viene a mancare, con una lentezza palpabile ed il mostro che, nonostante la maschera ben realizzata e le inquadrature ben studiate per darle parvenza di espressività, compare solo e nell'atto finale del film, lasciando al lato horror davvero poco spazio di emergere.
Ma torniamo al "creature feature" (film di mostri, di solito trasmessi nei drive-in) originale, quello muto degli anni '20. Era davvero perso?
La risposta è, ovviamente, no: una copia é stata di recente trovata nell'Archivio Italiano a Milano, seconda cineteca più grande d'Italia dopo quella di Bologna, nonostante non sia stata ancora rilasciata al pubblico.
Alcuni nastri alla Cineteca Italiana di Milano |
Insomma, aspettatevi una seconda recensione di questo film non appena sarà disponibile.
Sperando lo sarà mai.
Articolo di Robb P. Lestinci
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