Abbiamo già parlato di animazione e, per qualche strano motivo, sempre in relazione al Giappone, dove sembra che questo media sia uno dei favoriti per prodotti disturbanti.
Oggi torniamo a parlarne con "Chainsaw Maid", un breve corto in claymation del 2007 scritto e diretto dall'animatore nipponico Takena Nagao.
La trama é delle più semplici: in una normalissima casa abitata da un uomo, sua figlia e la loro avvenente cameriera, si scaglia un'orda di zombie. Sarà proprio la cameriera (maid) a dover difendere la famiglia dai non morti in un tripudio splatter.
Il cortometraggio, reso splendidamente ed in maniera fluida, divenuto rapidamente virale, ha avuto anche il privilegio di esser rilasciato in DVD assieme ad un prequel "Chainsaw Massacre: Episode Zero" nel 2010.
Quest'ultimo vede la solita maid, resa in maniera più complessa rendendola simile ad un'action figure e con animazioni ancora più fluide, dover difendere la bambina del primo corto quando era più piccola da degli zombie. Non é chiaro se sia un sequel, un remake/reboot o un prequel, ma il titolo lascerebbe intendere che l'ultimo sia l'appellativo corretto.
Ispirato da questo piccolo capolavoro, il regista Lee Hardcastle, indiscusso re della claymation horror che ha lavorato, per dire, anche con Cartoon Network e Adult Swim per dei corti horror pubblicitari di "Rick & Morty", ed a vari videoclip musicali, ha girato due sequel non ufficiali dove, nell'ultimo, vediamo la bambina oramai adulta dover affrontare nuovamente un'orda di zombie.
Nel 2018, infine, a pagamento online, é stato rilasciato il terzo capitolo ufficiale della saga, "Chainsaw Bunny", sempre di Nagao, dove la cameriera del primo corto dovrà affrontare nuovamente creature orrende assieme ad una sua amica.
In questo caso gli antagonisti non saranno zombie, bensì uno strano essere senza espressione capace di moltiplicarsi e riprodursi nonostante gli ingenti danni subiti e capace di cacciare tentacoli dal suo corpo, resi perfettamente in claymation. Probabilmente, in qualsiasi altro media, l'effetto non sarebbe lo stesso, riconfermando la claymation come un ottimo media per il gore (di cui potete leggere le origini cliccando qui, per la prima parte, e qui, per la seconda).
Scena da "Chainsaw Bunny" |
Se volete un altro cortometraggio in claymation horror potete provare a leggere anche questa recensione.
Articolo di Robb P. Lestinci
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